Il punto fondamentale da cui deve partire l’esperienza di una comunità cristiana è la Bibbia. Solo nella Bibbia Dio ha rivelato il suo carattere, i suoi scopi, il suo piano per la salvezza dell’uomo. Certo, la natura e la stessa coscienza umana possono fornire delle tracce della presenza del Signore nel mondo, ma per diversi aspetti sono indicazioni contraddittorie. La religione cristiana è per definizione una religione rivelata; essa non è il frutto di una scoperta «interiore», ma si basa su una lettera d’amore, a volte scomoda, che Dio ha indirizzato all’uomo.
Indubbiamente, anche nella Bibbia è possibile osservare punti poco chiari, a volte è necessario inserire questa rivelazione divina nel suo contesto storico. Ma è un dato di fatto che l’uomo trovi in essa il piano di Dio, la consolazione per la sua sofferenza, il coraggio per affrontare l’oggi, la speranza per un domani migliore. Soprattutto vi trova l’amore di Dio che, più di ogni altra cosa, si è concretizzato nell’esperienza di Gesù Cristo, vissuto, morto e risorto per la salvezza dell’umanità. La chiesa avventista, come altre denominazioni, accetta la Bibbia nella sua totalità: l’Antico Testamento secondo il canone ebraico e il Nuovo secondo il canone cristiano.
Le sante Scritture, Antico e Nuovo Testamento, sono la Parola di Dio redatta, trasmessa per ispirazione divina da santi uomini di Dio, che hanno parlato e scritto guidati dallo Spirito Santo. Tramite questa Parola, Dio ha comunicato all’uomo la conoscenza necessaria per la salvezza. Le Scritture sono la rivelazione infallibile della sua volontà. Esse rappresentano il modello per il carattere, il banco di prova per l’esperienza, l’autorevole rivelazione delle dottrine e l’attendibile racconto degli atti di Dio nella storia (cfr. 2 Pt 1:20,21; 2 Tm 3:16,17; Sal 119:105; Prv 30:5,6; Is 8:20; Gv 17:17; 1 Ts 2:13; Eb 4:12).