Nella Giornata mondiale del rifugiato, il past. Davide Romano riflette sugli ultimi eventi nel nostro Paese, ai microfoni di Radio Voce della Speranza. E rispolvera la  visione proposta dal vangelo.

Notizie Avventiste – Sono tante le vicende ricordate in occasione del 20 giugno, Giornata mondiale del rifugiato. Da una parte i gommoni di disperati, le navi che soccorrono e la solidarietà; dall’altra la diffidenza, la paura che rasenta il razzismo. La situazione dei rifugiati e dei migranti è politicamente utilizzata in modo molto ampio.

Diversi capi di governo rivendicano la sacralità dei propri confini, incentivando visioni identitarie, marcando distanza e odio nei confronti dei migranti. Anche nel nostro Paese il tema dello straniero è stato molto dibattuto nell’ultima campagna elettorale e tutt’ora dall’attuale governo.

La recente vicenda della nave Aquarius ha riportato ancora una volta l’attenzione sui Paesi europei. “È giusto che l’Europa, se intende ancora rivendicare i principi presenti anche nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, si faccia carico dei rifugiati cercando di capire le ragioni per le quali le persone scappano dalla loro terra” afferma il pastore Davide Romano, direttore del Dipartimento Affari Pubblici e Libertà Religiosa dell’Unione italiana delle chiese avventiste, nell’editoriale di Radio Voce della Speranza sul tema dei diritti e della libertà religiosa.

Il rifugiato è colui che parte da una nazione in cui sono presenti conflitti o forme di discriminazione etnica o religiosa. “Non bisogna dimenticare il senso di umanità” aggiunge Romano “Davanti a una persona siamo posti di fronte al nostro senso di responsabilità. Non possiamo dire ‘non me ne occupo’”.

La condizione dello straniero è molto rispettata anche nella Bibbia. Nel Vangelo di Matteo, Gesù parla del modo in cui saranno guardati da Dio gli uomini e le donne, e poi dice: “ero forestiero e mi avete ospitato”.

Ascolta l’editoriale.

Watch video!

 

 

 

 

Condividi

Articoli recenti