Michele Abiusi – Come credenti ci siamo un po’ abituati ai racconti di guarigioni compiute da Gesù. Sono dei miracoli! Ne voglio citare uno: un uomo malato da ben 38 anni, alla piscina di Betsaida, che all’improvviso può alzarsi e camminare (cfr. Giovanni 5:2-9)!

Ma siamo capaci di crederlo davvero? In altre parole, queste guarigioni hanno qualcosa a che fare con la nostra vita reale?

La psicosomatica, nome che la scienza moderna ha dato al legame fra corpo e psiche, ci dice che la maniera con cui viviamo psichicamente influenza fortemente la nostra salute corporale. Per esempio: gli spaventi si possono difficilmente digerire. Infatti, se si prende uno spavento, lo stomaco si irrigidisce, produce dell’acido gastrico in più e allora si soffre di mal di pancia. Del ridere, invece, si sa ormai che rafforza le difese immunitarie! Corpo, spirito e anima sono un’unità.  “Allora il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente” (Genesi 2:7).

Dio ci ha creato con un corpo terreno e viviamo per mezzo del suo soffio vitale che rappresenta non solo la capacità respiratoria, ma anche la nostra psiche. Significa che può darci forza per vivere, che può darci il soffio dello spirito suo di speranza e di coraggio!

Anche il malato di Betsaida lo credette? Non lo sappiamo. Sappiamo che quell’uomo si era rassegnato. Non aveva nemmeno la speranza sufficiente per rispondere: “Sì, voglio guarire!”.
Conoscete questi sentimenti? Il sentirsi deboli, rassegnati riguardo alla vita? L’essere paralizzati dalle preoccupazioni? Purtroppo ne abbiamo un esempio molto attuale: tutto il nostro Paese è paralizzato dalla paura del coronavirus. E la paura nuoce alla salute! Però grazie a Dio siamo in mezzo a una storia d’amore! Una storia d’amore fra Dio e la sua creazione che egli vorrebbe salvare.
Deuteronomio 31:8 dice: “Il Signore stesso cammina davanti a te. Egli sarà con te, non ti lascerà e non ti abbandonerà. Non temere e non perderti d’animo!”.

Benché il malato di Betsaida non sia capace di far altro che lamentarsi perché gli manca l’aiuto, e non proclami nemmeno la sua fede, Dio, attraverso Gesù, si prende cura di lui. E il soffio, lo spirito divino, buono e forte, arriva al malato: risveglia in lui il coraggio che da solo non riesce a darsi. Malgrado l’esperienza vissuta da 38 anni, l’uomo si alza! Sta in piedi e cammina. È un bene che abbia guardato e ascoltato Gesù!

E la storia d’amore continua. Lo dice Gesù: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici” (Giovanni 15:13). Donandosi per noi, Cristo ci ha dato l’esempio della forza divina, così grande che supera perfino la paralisi totale, la morte!

Alzati!
Nel testo originale greco la stessa parola “alzati”, egeíro, viene anche usata quando si parla di Dio che fa rialzare, risorgere Gesù! Così oggi, per la forza di Dio, Gesù è vivo in mezzo a noi e ci chiama: Alzatevi! Non importa se siamo depressi, Dio con la sua forza creatrice ci ama e offre di guarirci con il suo spirito salvifico.

Alla fine ne risulta la saggezza dei comandamenti più grandi! “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente” (Matteo 22:37, Cei). Guardiamo a Dio invece che a un idolo, affinché ci comunichi il suo Spirito vitale! E il testo continua: “Amerai il tuo prossimo…” (v. 39), oppresso da una qualsiasi malattia. Perché sentire il tuo amore gli darà forza per guarire. Lo amerai “come te stesso”!

Allora, guidati dallo Spirito amorevole di Dio, facciamo qualcosa di bello. Andiamo all’acqua viva, a colui che non è troppo lontano per poterci arrivare, a Cristo Gesù. Lui ci aiuterà sempre ad alzarci e a camminare!

Occorre domandarci:
– Quando e come mi concedo la possibilità di percepire lo Spirito divino di salvezza?
– Come posso incoraggiare il mio prossimo a venire all’acqua viva?

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