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“Dopo 80 anni ancora parliamo di Resistenza? Ha senso?” ci si potrebbe chiedere. Invece ha senso anche perché il libro “Guerra partigiana. Considerazioni e testimonianza di un soldato” del generale Alberto Li Gobbi, ed. La Nottola, presenta un’analisi del fenomeno resistenziale fatta a caldo da un professionista delle armi che ha saputo guardare a quel periodo con occhio tecnico, scevro da qualsiasi intendimento apologetico.
Si tratta di quanto scritto durante la guerra (1944) o nell’immediato dopoguerra (1950) da un ufficiale di carriera che non ha esitato a mettere a nudo i limiti della guerra partigiana che lui aveva combattuto. (…) Oltre alla memoria del proprio vissuto resistenziale, consegnata alla forma asciutta del rapporto, l’autore ci propone una lettura della Resistenza di grande interesse, che non si arresta alla fine della guerra in Italia, ma ne trasferisce gli ammaestramenti nel contesto della contrapposizione bipolare che già si stava delineando.
Poco prima della presentazione del libro a Firenze, Roberto Vacca ha intervistato il curatore, il generale Antonio Li Gobbi, figlio di Alberto (1914-2011), autore del saggio e uno dei militari italiani più decorati della Seconda guerra mondiale, che ebbe un ruolo fondamentale nella Resistenza.