foto © Dominik Zeh
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Un ultimo test per verificare l’attendibilità del sistema di voto elettronico è nuovamente fallito questo pomeriggio. Si continuerà a votare con il cartoncino colorato. In caso di “argomenti sensibili” i delegati voteranno a scrutinio segreto, ha assicurato Ted Wilson.

N. Iacob, ANN/E. Cozzi/Maol – Nel suo breve intervento poco prima dell’ultima prova, Wilson ha voluto sottolineare che il sistema ha funzionato perfettamente per aziende di grandi dimensioni, ma che purtroppo, per qualche ragione misteriosa “per noi non è stato così”. Ha quindi annunciato che sarebbe stato fatto un ultimo tentativo, rivolgendo un appello a tutti i delegati chiedendo di premere solo il pulsante 1/A o 2/B e di non votare prima che il conto alla rovescia avesse inizio. I delegati che avevano gli apparecchi in mano sono stati fatti alzare e sono stati contati dai segretari Divisione per Divisione. Quindi, rimanendo in piedi, è stato chiesto loro di votare elettronicamente.

Purtroppo il tentativo è nuovamente fallito, la differenza tra il numero di voti contati e i voti elettronici era superiore alle 50 unità, limite massimo che il comitato di verifica aveva deciso di considerare accettabile ha spiegato Ted Wilson. Lo scarto tra il conteggio manuale e quello elettronico è stato di oltre 500 voti. Di conseguenza l’assemblea dei delegati ha votato la rinuncia all’utilizzo del voto elettronico.

La segretezza del voto potrà essere garantita anche senza i dispositivi elettronici

Il sistema elettronico utilizzava un algoritmo che registrava in modo casuale il segnale lanciato dal dispositivo individuale usato dai delegati per esprimere il voto. Questo per garantire la tutela della privacy, ha dichiarato Karnik Doukmetzian, consigliere generale della Conferenza Generale. Il tempo per contare i voti è maggiore ma così la privacy è assicurata. “Nonostante tutto, ci sono possibilità di ricorrere ad altri sistemi di voto”, ha sottolineato poi Doukmetzian.
Anche Ted Wilson ha asserito oggi che un sistema di voto su scheda cartacea potrà essere usato nel caso i delegati si dovessero esprimere in merito ad argomenti sensibili. Molti delegati ritengono che il voto sulla consacrazione delle donne sia uno di questi.

Altri sei tentativi erano falliti

La prova eseguita questa mattina era in effetti l’ultima di una serie di altri sei tentativi andati a vuoto nelle giornate di giovedì e venerdì. I primi tre tentativi effettuati giovedì erano falliti per ragioni diverse, ha detto Mabio Coelho, a capo del servizio per la sicurezza delle informazioni della CG. “La prima ragione e quella più importante erano le interferenze prodotte da diversi sistemi wireless all’interno del Dome. Il segnale era quattro volte più forte dei limiti di legge, secondo le regole FFC per le attrezzature interne”, ha dichiarato Mabio. “Sono apparecchiature da esterno utilizzate all’interno.”

La seconda ragione è che “diverse persone hanno premuto il pulsante sbagliato del loro dispositivo.” (Il pulsante 1/A o il pulsante 2/B), per cui quei voti non sono stati conteggiati.

La terza ragione è che alcuni delegati non avevano proprio capito quale bottone dovevano premere e quindi non ne hanno premuto nessuno.

foto © Dominik Zeh
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Giovedì pomeriggio sono state fatte altre due prove, dopo aver spento i ricevitori del wireless e aver fornito spiegazioni più complete ai delegati su come usare gli apparecchi. Il sistema quindi ha rilevato molti più voti elettronici che negli due ultimi tentativi della giornata (test 5 e 6) e di fatto erano decisamente realisticamente più vicini al numero dei delegati partecipanti. L’esito positivo di queste prove ha indotto lo staff tecnico a considerare che il problema fosse stato risolto.

Venerdì mattina il test doveva essere solo una controprova per dimostrare l’accuratezza del sistema e recuperare la fiducia dei delegati. Si è quindi proceduto ad effettuare una votazione manuale e una elettronica per confrontare il risultato e provare che il sistema elettronico dava risultati precisi e attendibili.
Ma i risultati sono stati di nuovo deludenti. Il sistema elettronico non ne ha rilevato quasi 600: 1.087 voti elettronici validi contro 1.701 voti manuali.
Dan Jackson, presidente della Divisione Nord Americana ha osservato, come molti altri delegati, che il processo di voto era iniziato prima che partisse il timer indicante l’avvio della registrazione.

“È vero,” ha riconosciuto Mabio Coelho, “ma questo non spiega comunque i 600 voti mancanti.”

La prova di oggi era in effetti una replica un po’ diversa della quella fatta venerdì mattina. Il team dei tecnici ha cercato di eliminare l’errore identificato da Dan Jackson e anche tutti gli altri possibili problemi, in modo da ottenere un risultato finale corretto. Ma così non è stato.

© Seth Shaffer Photographer
© Seth Shaffer Photographer

Altre opzioni

Akintayo Odeyemi, della Divisione Africa del Sud e Oceano Indiano, esprime l’opinione di quei delegati che hanno delle perplessità circa la segretezza del voto elettronico. “Potrebbero usare il mio dispositivo per individuare il mio voto. Ogni dispositivo infatti ha un numero identificativo”, dichiara Odeyemi, suggerendo che che il team tecnico potrebbe essere sia in grado di identificare il singolo voto dei delegati.

Timo Flink, della Divisione Trans-Europea, ingegnere informatico, ipotizza che la colpa potrebbe essere dei telefoni cellulari. “Potrebbero interferire con il sistema. Un’altra spiegazione,” dice Flink, “potrebbe essere che il sistema di trasmissione degli apparecchi sia troppo debole per coprire le distanze necessarie ad essere captati dai ricevitori”.

 

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