M11- 7 comandamentoSecondo la Torah, avere rapporti sessuali al di fuori del matrimonio è una grave trasgressione. Il settimo comandamento corrisponde al secondo, perché il popolo d’Israele, avendo stabilito un’alleanza con il Creatore, è descritto dai profeti come la «sposa di Dio»; quindi, l’idolatria è paragonabile all’adulterio.

È diffusa l’idea che per gustare la piena realizzazione di sé sia necessario non bloccare i richiami della sessualità; contribuiscono in ciò anche i mass media, la letteratura e i fumetti. Perfino la pubblicità di un’auto, di una bevanda alcolica, di un bullone, di un chewin gum passano attraverso lo sguardo ambiguo di una «signorina». Tutto ciò contribuisce alla diffusione della banalizzazione e della mercificazione del sesso, riducendo l’amore a un evento istintivo, un sentimento passionale senza progetto e senza senso, se non quello di conseguire un semplice piacere e soddisfare un mero desiderio.

Il settimo comandamento incoraggia l’uomo e la donna a cercare la propria gioia all’interno di una relazione matrimoniale. Un’unione che, lungi dall’essere la tomba dell’amore, è invece il luogo in cui esso sboccia e matura; dove il sogno si sposa con la realtà quotidiana, fatta di gesti semplici, di sguardi, di piccole attenzioni che una civiltà drogata e inquinata non sa più apprezzare. Eppure, anche in un contesto così frenetico, il valore della vita viene salvaguardato dalla fedeltà coniugale (cfr. Dieci parole per amare la vita, pp. 138-147).

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