Quanto sono importanti le regole e l’esempio personale dei genitori nel percorso di crescita dei figli? Il frutto più prezioso è il loro sviluppo armonico e ispirato ai valori che contano.

Adelina e Laurențiu Moț – Nel libro Sisifo: ovvero i limiti dell’educazione, pubblicato per la prima volta in tedesco nel 1925 da Siegfried Bemfeld, si afferma che l’educazione è limitata dalle personalità degli adulti che si occupano dei bambini o degli studenti, dalla personalità di chi riceve l’educazione e dall’ambiente sociale in cui si svolge l’atto educativo.

Questo spiega, ad esempio, le situazioni nelle quali due bambini, che condividono le stesse condizioni, il medesimo ambiente e uguali influenze, reagiscono in modo diverso all’istruzione offerta loro in famiglia o a scuola. Tuttavia, la discussione sui limiti e sull’educazione può e deve essere condotta anche in senso contrario. L’educazione non solo ha dei limiti, ma impone anche dei limiti. Ed è possibile che proprio il rifiuto o la negoziazione dei limiti imposti dall’educazione ne ostacoli i benefici.

Nel 1972, un gruppo di ricercatori dell’Università di Stanford, negli Stati Uniti, ha condotto uno studio su 32 bambini (16 maschi e 16 femmine) di età compresa tra i 3 e i 5 anni, chiamato “Esperimento dei marshmallow (dolcetti originari degli Stati Uniti a base di zucchero, ndt)”. In questo studio, ai piccoli era offerta la possibilità di scegliere se ricevere un marshmallow subito o di aspettare davanti al dolcetto (ovviamente, senza mangiarlo) per 15 minuti, al termine di quel periodo di tempo avrebbero ricevuto due marshmallow. Sono stati redatti diversi documenti di ricerca sulla base dello studio. Uno dei risultati principali è stato il seguente: i bambini in grado di ritardare la gratificazione, durante l’adolescenza hanno ottenuto risultati di gran lunga superiori rispetto agli altri che non erano riusciti a farlo.

Nel 2018, il test originario è stato replicato e la passata ricerca è stata confermata. Inoltre, è emerso che il test non riguarda soltanto la forza di volontà, come si pensava, ma anche le strategie dei genitori per sviluppare nei figli la capacità di ritardare la gratificazione. Sì, perché i genitori che hanno stabilito determinati confini per i loro figli hanno realizzato un investimento duraturo (corsivo aggiunto, ndt).

Nella nostra famiglia ci piace immaginare l’educazione come un processo di crescita di un albero da frutto. Il suo scopo, in questa metafora, è il frutto. L’educazione fa prosperare la vita dell’albero e del giardiniere. Anche se “il terreno da solo porta frutto” (Marco 4:28), non significa che l’albero non abbia bisogno di interventi esterni. Anzi, ne ha necessità. Presto la pianticella ci dirà se il fusto è rivolto verso l’alto o piegato. Nel giardino dietro casa abbiamo un melo cotogno che è nato storto. Per diversi anni abbiamo dovuto inserire un robusto puntello per correggere la sua inclinazione. Oggi non c’è più bisogno del sostegno. Il cotogno ha preso la giusta direzione e si sta sviluppando bene, verticalmente.

Applicata a un bambino, questa immagine ci fa pensare all’importanza di tracciare un sentiero dritto e chiaro per una persona che è all’inizio della vita. La direzione delinea le tendenze naturali e il dolore dovuto all’indicazione è più facile da tollerare in tenera età. Nella coltivazione dei frutti, il giardiniere farà attenzione a potare regolarmente i rami, perché questo stimolerà la crescita e la produzione di frutto. Quando saranno già formati, non è più possibile potare l’albero senza perderli. Se, invece, l’albero mostra segni di malattia, le parti colpite devono essere curate, e questo a volte comporta il dolore della potatura.

Il genitore cristiano stabilisce dei confini per i figli e non negozia con loro in modo irresponsabile o con indifferenza.

Abbiamo sperimentato alcune regole nella nostra famiglia e abbiamo notato che funzionavano. Anche prima di diventare genitori, come coppia avevamo deciso di mantenere l’abitudine di non fare spuntini tra i pasti, di andare a letto a orari ragionevoli e di leggere ogni giorno. Nei primi anni di vita di nostro figlio, abbiamo stabilito queste abitudini con l’esempio e l’insegnamento. Abbiamo notato che il nostro bambino non chiedeva mai di mangiare tra i pasti, anche se alcuni bimbi intorno a lui lo facevano. Nei primi anni della sua vita, c’erano volte in cui andava a letto e sentiva il rumore dei coetanei che giocavano ancora fuori. La lettura è diventata un’abitudine che non ha più bisogno di incentivi esterni. La disciplina lo ha aiutato ad avere uno stile di vita equilibrato e a capire l’importanza delle regole. Non molto tempo fa ci ha confessato che oggi considera le regole che ha sperimentato come utili principi di vita.

Un altro esempio riguarda l’uso dello smartphone. Oltre a ricevere questo dispositivo (in quinta elementare, nel periodo della pandemia), nostro figlio ha avuto anche un elenco di regole per il suo utilizzo. In sostanza, le indicazioni riguardavano il contenuto e la durata dei contenuti da guardare. Imposizioni di questo tipo non sono piacevoli per nessuno, ma una volta acquisite è molto più facile che chi le ottiene (il bambino) cresca con più disciplina e si impegni regolarmente e intensamente per portare a termine compiti non sempre allettanti, come i compiti a casa.

Per questo motivo, abbiamo delineato un codice comportamentale da tenere a casa, uno a scuola, un altro in chiesa e così via, e tutti contengono regole. Quanti adulti non pensano che sarebbe stato meglio per loro se i genitori gli avessero imposto dei compiti che avrebbero avuto un risultato positivo a lungo termine (per esempio, imparare a suonare uno strumento musicale) quando erano piccoli?

Abbiamo notato che queste limitazioni sono più facilmente interiorizzate dal bambino quando i genitori stessi vi aderiscono con l’esempio personale. Questo significa che le regole non sono rivolte solo al bambino, ma anche ai genitori. A volte, i genitori offrono al bambino opzioni nelle quali loro stessi sono coinvolti attivamente.

Tuttavia, ci sono altri due fattori chiave oltre a tutto questo. È fondamentale che le limitazioni siano applicate sistematicamente, spiegate in modo comprensibile ai bambini, presentate con tatto e compensate in modo relazionale. Ricordiamo le ultime due componenti dal momento che sono state implementate in maniera cooperativa. Quando nostro figlio mostrava segni di difficoltà nell’accettare un certo limite, la mamma interveniva usando la fantasia e gli aspetti ludici affinché accettasse più facilmente, attraverso un gioco di ruolo, ciò che doveva fare o non fare.

Anche noi abbiamo provato il disagio genitoriale di imporre delle regole e siamo consapevoli, allo stesso tempo, di certe tendenze da parte di alcuni genitori nel lasciare che i bambini “siano bambini”, “scoprano”, “siano se stessi” e così via. Come genitore è più semplice essere permissivo. Non si hanno problemi, non si ricevono sguardi strani. In ogni caso, non dimentichiamo che lasciare il bambino senza alcuna correzione o limite rappresenta soltanto un metodo. Quello che determina la riuscita dell’educazione è il frutto, l’unico risultato quantificabile. L’autostima, il benessere e i sentimenti del piccolo sono altrettanto importanti, ma devono essere formati.

La Bibbia dice chiaramente che la natura umana, allo stato naturale, non è affatto “pura”, ma deve essere guidata. Consigli come: “Figlio mio, non disprezzare la disciplina del Signore” (Proverbi 3:11), “Insegna al ragazzo la condotta che deve tenere” (Proverbi 22:6) o “Sopportate queste cose per la vostra correzione. Dio vi tratta come figli” (Ebrei 12:7) dimostrano che l’educazione include dei limiti correttivi. Pertanto, non è sbagliato adattare e personalizzare l’aspetto educativo dei nostri figli insegnando loro molto presto che non possono fare tutto ciò che vogliono e che allontanarsi da questi principi può avere delle conseguenze. Per rifarci alla metafora dell’albero da frutto, date totale libertà a un giovane arbusto e raccoglierete molto meno di quanto potrebbe darvi; tagliate i suoi rami indisciplinati, e avrete un fusto dritto, una ricca chioma e abbondanza di frutti!

Nell’educazione familiare, i frutti più importanti sono il carattere e la trasmissione della sfera spirituale dai genitori ai figli. Se il Dio di Abramo diventa il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe, significa che l’educazione ha raggiunto il suo fine. Questo trasferimento comporta dei limiti, ma il frutto vale tutti gli sforzi.

(Adelina e Laurenţiu Moţ osservano l’importanza di imporre alcune limitazioni nel vissuto genitoriale e suggeriscono che la loro assenza riduca drasticamente i buoni effetti dell’educazione).

[Fonte: st.network. Traduzione: V. Addazio]

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