Uno sguardo perspicace a un potente sistema di modifica del comportamento.

Articolo adattato da un sermone tenuto il 26 agosto 2020.

Tim Lale – Una delle migliori e più recenti diagnosi del male presente nel mondo arriva da Jaron Lanier. Forse non avete sentito parlare di lui, ma il sessantenne di Berkeley, in California, è stato definito un oracolo della tecnologia, la coscienza della Silicon Valley, un uomo che ha a cuore il benessere degli altri, uno scienziato informatico con soluzioni dal cuore grande.

A quanto pare vi è molto da sapere su Jaron Lanier e non abbiamo tempo di scoprirlo qui. Basti dire che è uno degli individui più famosi della Silicon Valley e le persone lo hanno definito brillante e di buon cuore.

Lanier ha scritto diversi libri sugli effetti della tecnologia sugli esseri umani, tra cui uno nel 2010 intitolato You Are Not a Gadget: A Manifesto. L’ultima opera, che non ho letto, si chiama Ten Arguments for Deleting Your Social Media Accounts Right Now, pubblicata nel 2018.

In un recente articolo, l’autore voleva convincere Jaron Lanier a fare una previsione: “Quest’anno è come un bivio… Siamo sull’orlo della rovina o della rivoluzione o di entrambe. … Voglio qualcuno, voglio Jaron Lanier, che mi dica dove stiamo andando e se andrà bene quando ci arriveremo”.

In risposta Lanier aveva affermato, per prima cosa, che non cercava di dire alla gente come vivere. Per lui, i documenti americani fondanti, come li chiama, puntano alla ricerca della felicità. Poiché si tratta di una ricerca, il suo non è un tentativo di definire cosa essa sia per chiunque. “Penso che la priorità numero uno sia quella di non creare incentivi perversi che rovinano la ricerca di significato e felicità, o di decenza e miglioramento” aveva ribadito.

In altre parole, la priorità massima nel mondo è evitare di creare incentivi affinché le persone non rovinino la possibilità, per se stesse o per gli altri, di perseguire la felicità, la decenza e il miglioramento in futuro. Quindi, non rovinare il mondo che si ha ora per non dover, in seguito, desiderare di riaverlo quando è fuori portata.

Eppure, è proprio ciò che fa la razza umana.

All’interno della contorta frase sugli incentivi perversi vi è la diagnosi di Lanier su ciò che i social media hanno prodotto all’umanità globale dal 2000 circa. Egli sottolinea che, all’inizio delle loro imprese, i principali attori, Google, Facebook e Twitter, presero tutti una decisione consapevole, che oggi si sta rivelando un errore colossale.

Le tecnologie di queste aziende furono inventate in un’epoca, l’ultima parte del XX secolo, in cui la cultura originaria riguardo a Internet era che tutto dovesse essere gratuito, in modo da estendere il più possibile l’uguaglianza. Quindi, la decisione consapevole presa da quegli imprenditori tecnologici per le nuove società basate su Internet fu quella di offrire qualcosa che sembrasse gratuito.

Si tratta di un modello gratuito basato sulla pubblicità. Ma la tacita e oscura verità del modello è che la merce in questo business sono gli esseri umani utilizzatori del servizio. Ciò include tutti coloro che pensano di utilizzare la ricerca Google gratuitamente.

Per inciso, mentre ascoltavo e leggevo alcune delle cose dette da Jaron Lanier, aspettavo di sentirlo usare la terminologia teologica per parlare del male e non l’ho ancora sentito pronunciare una sola parola che suoni come idea o vocabolario teologici. Non si tratta di una critica. Per me, il suo modo di descrivere con eloquenza il dilemma morale che la razza umana deve affrontare a causa dei social media è molto più interessante per questo motivo. Sembra descrivere il gran conflitto (espressione usata dagli avventisti per indicare la battaglia in corso tra Dio e Satana) senza sapere cosa sia effettivamente.

Sebbene abbia compreso parte di quanto si cela dietro i social media, Lanier ha detto qualcosa in un “Ted talk”, che mi ha aiutato a capire meglio con cosa abbiamo a che fare. Ha affermato di non pensare ai social media come ai social media. Li considera un gigantesco sistema di trasformazione del comportamento, costruito su un modello pavloviano di ricompensa e punizione, che crea dipendenza. Ma non solo rende dipendenti, è anche soggetto ad algoritmi tendenti a premiare qualsiasi cosa ottenga una risposta umana maggiore e a eliminare ciò che ottiene una risposta minore. Sapete perché? Più risposta umana ottieni, più soldi guadagni.

Quindi, ciò che questi algoritmi hanno realizzato in 20 anni è identificare inconsapevolmente quell’enorme errore commesso da imprenditori tecnologici come Zuckerberg e Dorsey. Gli algoritmi messi in moto identificano le risposte umane più forti e le amplificano, le amplificano e le amplificano.

Ed eccoci al 2020. Sapete quali sono le risposte umane più rapide e più forti? Quelle negative. Sono paura e odio. Lanier ha sottolineato un loop particolare che trova molto angosciante. Ha indicato il modo in cui Black Lives Matter è diventato così famoso, così rapidamente, attraverso i social media alcuni anni fa, e poi ha indicato la risposta, quella che diventa altamente amplificata: la diffusione della supremazia bianca e altri tipi di odio. Ha affermato che i social media presentano questi gruppi completamente opposti gli uni agli altri nella società, e poi aumentano il loro conflitto per ottenere maggiori profitti.

Alcune aziende, è vero, hanno iniziato a boicottare Facebook per aver permesso agli algoritmi di amplificare l’odio e minare la democrazia, e altre conseguenze detestabili, ma vi è una ragione e non è biblica. Lanier sottolinea che le aziende boicottano Facebook perché vendono prodotti ai giovani che sono infuriati per l’odio su Facebook, e non vogliono perdere le vendite. Non è una decisione morale ma di autodifesa. Questa è la via del mondo.

Quindi, l’autore dell’articolo alla fine ha chiesto a Lanier: “E il futuro? Andrà bene?”. L’informatico ha risposto: “Forse”.

Come sappiamo, nessun essere umano può scrutare il futuro. Nessun oracolo tecnologico traccerà il corso dell’umanità. Jaron Lanier ha identificato i social media come un sistema di modifica del comportamento, ma io lo vedo come un classico sistema di cambiamento del cuore umano. Mi ricorda il modo in cui alcune società nel XX secolo ascoltarono un messaggio di odio amplificato e la maggior parte delle persone permisero che entrasse nel loro cuore e definisse il loro comportamento. Sapete di cosa parlo.

Scorgo dei pericoli per i seguaci di Cristo. Le tecnologie hanno fagocitato abbastanza bene la cultura, e il nostro usarle e tuffarci in esse significa non solo che veniamo in stretto contatto con alcune delle peggiori influenze, ma potremmo anche diventare talmente immersi da essere degradati dalla tecnologia senza accorgercene. Secondo Lanier, i social media sono peggiori delle sigarette, queste ti uccidono ma, mentre lo fanno, non ti degradano in quanto essere umano.

Per me, quindi, la realtà della croce di Gesù e, soprattutto ora, la presenza dello Spirito Santo dentro di noi e intorno a noi diventano sempre più importanti.

Paolo disse ai Corinzi: “ma Dio ha scelto le cose pazze del mondo per svergognare i sapienti; Dio ha scelto le cose deboli del mondo per svergognare le forti; Dio ha scelto le cose ignobili del mondo e le cose disprezzate, anzi le cose che non sono, per ridurre al niente le cose che sono, perché nessuno si vanti di fronte a Dio” (1 Co 1:27-29, il corsivo è nostro).

Poco prima l’apostolo aveva affermato: “ma noi predichiamo Cristo crocifisso, che per i Giudei è scandalo, e per gli stranieri pazzia; ma per quelli che sono chiamati, tanto Giudei quanto Greci, predichiamo Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio” (vv. 23 e 24).

Confesso che ci sono stati alcuni giorni in cui la cultura intorno a me è stata una grande distrazione. Posso affermarne il potere. Perché si tratta di potere!
Cosa o chi ha il potere di modificare i nostri cuori? Gesù può agire dall’interno delle nostre teste. Ha solo bisogno che gli diamo lo spazio mentale ed emotivo. Se lo spazio è pieno del male presente oggi, avrà bisogno del nostro permesso per spazzarlo via.

L’unico sistema di modifica del comportamento più potente dei social media è Gesù che parla attraverso lo Spirito Santo direttamente alle nostre menti per cambiarci. Questo è ciò che desidero oggi per me e per te.

(Tim Lale è uno scrittore freelance di Burtonsville, Maryland, Stati Uniti, che ha lasciato Facebook nel 2017, dopo 10 tristi anni, ma non è sfuggito a Twitter)

 

[Fonte Adventist Review. Traduzione: L. Ferrara]

 

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