Il Cannocchiale vede (come si fa a non vederlo?) tutta l'enorme e giusta attenzione mediatica rivolta alla pandemia di Covid.
Tutti noi ascoltiamo con interesse giornaliero (quasi orario) le statistiche, le preoccupazioni, le indifferenze, i drammatici casi umani, sia delle persone guarite che, purtroppo, dei familiari di persone decedute, quasi sempre da sole.
Le televisioni dedicano uno spazio molto grande, pressoché totale, a queste notizie e hanno ragione, per le implicazioni mediche, organizzative, sociali, economiche, del fenomeno.

Ma il Cannocchiale si chiede: e gli altri pazienti, quelli gravi, gli oncologici, i cardiopatici, i nefrologici, quelli che hanno bisogno di cure urgenti, di ripetuti esami istologici e radiologici, di elettrocardiogrammi, di Tac, di risonanze magnetiche, di diagnosi in evoluzione, di dialisi, di sale chirurgiche, persino di rianimazione, come sono considerati dal Sistema Sanitario Nazionale?
Dalla stampa e dalla tv sappiamo pochissimo, troppo poco. Anzi, nella maggioranza dei casi, non se ne parla affatto.
Ci devono dare più informazioni, devono ascoltare e portare all’attenzione pubblica i pazienti gravi non Covid.
Parlino anche gli oncologi, i cardiologi, i nefrologi , i  direttori generali delle ASL, i professori dell’istituto nazionale di Sanità.
Il Cannocchiale si interroga sul perché di tutto questo.
Il dottor Varrasi individua almeno due gruppi di ragioni:
– forse la molla principale del funzionamento e dell’ascolto delle tv è quello di recepire e suscitare emozioni di massa e la pandemia mondiale, è ovvio dirlo, si presta a questo tipo di comunicazione.
– forse il Sistema teme implicazioni economiche, politiche e i disordini di piazza, paventata conseguenza delle restrizioni sociali dovute al Virus, più di quelle di altre malattie non pandemiche, relegate a una dimensione privata e familiare.

Una modesta proposta del Cannocchiale alle televisioni e ai giornali:
lasciate pure lo schermo intero al tremendo Covid-virus, ma realizzate un riquadro dove tutta la popolazione sia informata sui posti letto, sui livelli diagnostici, sulle cure specialistiche medico-chirurgiche rivolte agli altri pazienti gravi.
Anche loro soffrono fisicamente e mentalmente, anche loro sperano e vogliono cure, attenzioni specialistiche, e un’organizzazione sanitaria che li aiuti a guarire.

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