In questa ottava puntata de IL CANNOCHIALE, Gianni Varrasi, il nostro psicoterapeuta e poeta, prende spunto insieme al conduttore Claudio Coppini da un grave fatto di cronaca per affrontare il tema del "caso".
Sono le 2 e 23 della notte tra il 2 e 3 febbraio del 2019, a Roma.
Manuel Bortuzzo, un giovane sportivo, e la sua fidanzata, escono da un pub per tornare a casa.  Ridono, giocano, si amano, aspettano la mattina dopo per continuare a ridere, a giocare, ad amarsi. L’ultima canzone che hanno sentito è “ i migliori anni della nostra vita”, brano di Renato Zero.
All’improvviso gli si avvicinano due malviventi, che esplodono un colpo di pistola nella sua direzione. È un tragico errore, uno scambio di persona.
Manuel è colpito, stramazza sul marciapiede. Il proiettile lede il midollo spinale, Manuel resta paralizzato.
La storia, in altri casi, si fermerebbe qui. Il tremendo colpo del Caso farebbe finire una vita, le sue speranze, gli obiettivi, persino la voglia di vivere. Buio, rabbia e rassegnazione sarebbero la nuova colonna vertebrale del ragazzo.
Per Manuel non è così.
Il Cannocchiale, riprendendo alcune interviste di Manuel e alcuni spunti dal suo libro “Ricominciare”, cerca di spiegare cosa è successo nella mente del giovane e della sua famiglia.
Il Cannocchiale cerca di orientarsi anche nel labirinto del Caso, della Fortuna, della vita.
Ancora una volta prova a mettere a fuoco alcuni strumenti dell’umanità, utilizza questo drammatico fatto di cronaca per trarne nuove prospettive, diversi orientamenti, buoni insegnamenti.
Il dottor Varrasi commenta e sviluppa i significati di cinque o sei parole o brevi frasi tratte da pensieri di Manuel:
….un filo di speranza, lui dice,  un sorriso che uso quasi sempre, l’amore di tutti i giorni, quello di mio padre, le trasformazioni che sono stato costretto a realizzare, tirar fuori il meglio di me non credevo di avere…
Ognuna di queste parole e significati traccia un nuovo sentiero da percorrere…
Una puntata drammatica e densa di speranze, che descrive dolore e ferite e, in contemporanea, si emoziona a storie di uomini e di eroi.

Grazie Manuel, grazie papà  di Manuel, il mondo non ha bisogno di gente che dispensa opinioni,  ma di persone come voi che parlano attraverso il loro esempio.

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