Il Covid, il tempo dell’uomo e la falsificazione delle parole. Positivo non è “positivo”!
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Caporedattore RVS Roma
La pandemia ha stravolto le vite di tutti, ha rubato le vite di molti, ha fatto scaturire nuove paure e nuovi comportamenti, ha imposto parole nuove, ha falsificato il significato “buono” di termini ormai acquisiti; come la parola “positivo”.
La pandemia ha anche inaugurato un tempo diverso dal già conosciuto, un tempo sospeso, onirico quasi. Un tempo senza tempo.
La Bibbia parla dei tempi dell’uomo: “Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo. C'è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante. Un tempo per uccidere e un tempo per guarire, un tempo per demolire e un tempo per costruire. Un tempo per piangere e un tempo per ridere, un tempo per gemere e un tempo per ballare. Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli, un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci. Un tempo per cercare e un tempo per perdere, un tempo per serbare e un tempo per buttar via. Un tempo per stracciare e un tempo per cucire, un tempo per tacere e un tempo per parlare. Un tempo per amare e un tempo per odiare, un tempo per la guerra e un tempo per la pace. Che vantaggio ha chi si dà da fare con fatica? Ho considerato l'occupazione che Dio ha dato agli uomini, perché si occupino in essa. Egli ha fatto bella ogni cosa a suo tempo, ma egli ha messo la nozione dell'eternità nel loro cuore, senza però che gli uomini possano capire l'opera compiuta da Dio dal principio alla fine.” Ecclesiaste 3:1-11
Il testo evidenzia tre grandi verità. Su questo e sulla notizia Mario Calvagno intervista il pastore avventista Daniele Benini.
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