Da luglio a settembre le chiese cristiane avventiste dedicheranno lo studio personale e la condivisione in gruppo alla Lettera ai Galati.

Notizie Avventiste – Nell’anno che ricorda il 500mo anniversario della Riforma protestante, la chiesa cristiana avventista ha deciso di dedicare lo studio settimanale della Bibbia all’epistola scritta dall’apostolo Paolo e inviata alle comunità cristiane della Galazia. “Il vangelo nella Lettera ai Galati” è il titolo della guida allo studio personale della Bibbia e alla condivisione, nel trimestre luglio-agosto-settembre. Durante il servizio religioso del sabato mattina, ogni avventista potrà condividere nei gruppi (nell’ora comunemente conosciuta come Scuola del sabato) le proprie riflessioni ed esperienze ispirate dai testi dell’epistola paolina. Milioni di avventisti in tutto il mondo utilizzeranno il materiale tradotto nelle diverse lingue. In Italia è pubblicato dalla casa editrice Adv di Firenze.

La Lettera ai Galati, scritta intorno al 55-56 d.C., è nota per aver ispirato il riformatore Martin Lutero e, soprattutto, perché affronta la questione della giustificazione per fede.

Per saperne di più, pubblichiamo un estratto dell’intervista dell’Agencia Adventista Sudamericana de Noticias (Asn) all’autore del materiale, il prof. Carl Cosaert, docente presso l’università Walla Walla, negli Stati Uniti.

Asn: Perché la Lettera ai Galati è così importante per una piena comprensione della giustificazione per fede?
Carl Cosaert: Quest’anno ricorre il V centenario della Riforma protestante, la protesta di Lutero contro le pratiche e la dottrina della chiesa medievale. Nella Riforma vi era la convinzione che la salvezza non fosse radicata in quello che gli esseri umani compiono per ottenere l’approvazione di Dio ed essere salvati, ma in ciò che Dio ha già fatto per noi nella vita, nella morte e nella risurrezione di Gesù Cristo. È il messaggio della giustificazione per fede. Galati e Romani sono i due libri principali in cui Lutero scoprì questa buona notizia.

Asn: Allo stesso tempo, come risponderebbe a chi dice che parti dell’epistola sembrano rendere inutile il ruolo della legge morale di Dio per il comportamento umano?
C. C: Le persone hanno sempre temuto che l’insegnamento della giustificazione per fede ponesse fine alla legge. Paolo è stato criticato proprio su questo punto (cfr. Rm 3:8,31). Ma [chi difende] questa prospettiva non ha capito quello che Paolo diceva. È vero che la legge non fa nulla per la nostra salvezza. La salvezza si basa esclusivamente su Cristo. Allora, perché Dio ha dato la legge? Paolo risponde alla stessa domanda in Galati 3 (e lo studieremo dettagliatamente). In breve, lo scopo principale della legge è di indicare il peccato, al fine di riconoscere il grande bisogno della giustizia di Cristo, e solo quando andiamo a Cristo per fede che la legge può quindi mostrarci come dobbiamo vivere da seguaci di Cristo. Tuttavia, anche dopo essere andati a Cristo, il nostro obiettivo nella vita non è solo obbedire a una lista di regole, ma di vivere in modo da “piacere a Dio” (1 Ts 4:1), che è un tipo di obbedienza più profonda del semplice rispettare una serie di regole.

Asn: Che cosa deve aspettarsi chi legge la guida di questo trimestre per quanto riguarda l’approccio adottato verso la Lettera ai Galati?
C. C: Le lezioni ci daranno la possibilità di capire Galati nel contesto del ministero di Paolo. La sua lettera è molto reale. Combatte i legalisti della chiesa, che cercavano di mettere in discussione le sue credenziali evangeliche e il suo vangelo, e Paolo ne era molto infastidito (Galati 1:6; 3:1; 5:12). Avremo l’opportunità di esaminare la nostra esistenza e vedere se stiamo vivendo il vangelo. Le lezioni ci permetteranno di esaminare il vangelo da diverse angolazioni per vedere l’impegno di Paolo nell’aiutare i Galati a capire che non si tratta solo di conoscenza intellettuale, ma di conoscenza del cuore.

Asn: Qual è il suo rapporto personale con questo libro e il tema della giustificazione per fede?
C. C: Galati è uno dei miei libri preferiti. È nelle pagine di questa epistola che ha incontrato per la prima volta il messaggio di Gesù. Sono cresciuto nella chiesa avventista, ma non avevo mai capito il vangelo. Vedevo la chiesa solo come un insieme di regole e di “no”. Non vedevo il messaggio evangelico. Come risultato ho lasciato perdere la chiesa quando ero adolescente e ho iniziato a cercare il significato e lo scopo del mondo, ma dentro avevo il vuoto. Alla fine del liceo, una persona più grande di me mi ha fatto conoscere Gesù. Sapevo di lui, naturalmente, ma in realtà non lo conoscevo personalmente. Era solo una storia. Durante quell’anno ho imparato che il vangelo non è solo un buon consiglio su come una persona dovrebbe vivere. Esso è radicato nella buona notizia di ciò che Dio ha già fatto per me in Cristo. Sono stato battezzato in estate e sono andato a studiare teologia.

Nel libro dei Galati si trova anche il mio testo biblico preferito: “Sono stato crocifisso con Cristo: non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me! La vita che vivo ora nella carne, la vivo nella fede nel Figlio di Dio il quale mi ha amato e ha dato se stesso per me” (Ga 2:20). Questo versetto mi ricorda che la vita di Cristo è ciò che conta di più. La mia vecchia vita è morta in Cristo, e adesso lui mi offre una nuova vita libera dalla colpa e in grado di servirlo. Mi piace soprattutto perché è personale, non è solo una dottrina. È quello che ha fatto “per me”.

 
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