Come scopriamo l’intenzione dell’autore biblico e quanto è importante per interpretare correttamente la Bibbia?

Mario Mitrache – Una delle più grandi sfide per il lettore delle Scritture è scoprire l’intenzione dell’autore nel trasmettere un messaggio di Dio. La mancata identificazione dell’intenzione dell’autore introduce il rischio, sia spirituale sia teologico, di arrivare a conclusioni che non rappresentano il messaggio di Dio. Il percorso che il lettore deve seguire per scoprire l’intenzione dell’autore non può essere seguito in modo caotico. Sono necessari alcuni passi concreti e molto precisi.

Analisi del contesto 
Il primo passo su questa strada è l’analisi del contesto. Questo passaggio prevede alcune fasi importanti.

Il contesto letterario immediato 
Proprio come nessuna parola ha significato in sé e per sé, ma solo in relazione ad altre parole, così nessun versetto biblico ha significato al di fuori della sua relazione con gli altri versi nell’immediato contesto letterario. Uno degli errori più comuni del lettore è quello di estrapolare il versetto o toglierlo dal contesto. L'estrapolazione è un serio ostacolo alla scoperta dell'intenzione dello scrittore nel momento in cui scrive. Per esempio, in 1 Tessalonicesi 5:21, l'apostolo Paolo scrive: “…Esaminate ogni cosa e ritenete il bene”[1]  (il corsivo è nostro). Cosa intende l'apostolo con le parole "ogni cosa"? È biblicamente corretto mettere alla prova assolutamente tutte le cose, indipendentemente dalla loro natura, che siano buone o cattive? Il contesto letterario immediato ci aiuta molto. Il versetto precedente dice: “Non disprezzate le profezie”. Questo è il consiglio di Paolo a una chiesa che credeva che il compito profetico fosse chiuso e che ogni manifestazione profetica fosse pericolosa. In questo contesto, la frase "esaminate ogni cosa" ha senso. In altre parole, Paolo afferma che dobbiamo scrutare tutte le profezie e conservare ciò che è buono.

Il contesto letterario più ampio 
È utile anche il contesto più ampio del versetto. Prendendo lo stesso esempio del brano di 1 Tessalonicesi, si può vedere il carattere escatologico dei capitoli 4 e 5. Leggerli insieme al versetto sopra menzionato sarà di grande aiuto.

Il contesto del libro 
Il contesto del libro o del corpus paolino può aiutarci a comprendere meglio la teologia dell'apostolo Paolo sull’escatologia. I diversi contesti ecclesiali forniscono un quadro più ampio e chiaro della sua teologia.

Il contesto canonico 
Per contesto canonico si intende inquadrare il testo nella teologia di tutta la Scrittura. La Scrittura presenta un quadro completo dell'escatologia. I libri di Daniele e Apocalisse, i passi escatologici dei vangeli e quelli delle epistole generali offrono una prospettiva molto più ampia e completano l'escatologia paolina.

L'analisi storico-culturale 
L'analisi storico-culturale è uno dei temi più delicati della ricerca teologica. La Bibbia è un libro-testo (l'applicazione è fatta solo al contesto temporale e geografico in cui l'autore ha scritto) o un codice-testo (l'applicazione di tutti i passaggi della Scrittura è sovratemporale, indipendentemente dal tempo, dallo spazio o dai destinatari)?

Il contesto storico e culturale dell'autore 
Il consiglio dell'apostolo Paolo riguardo alla liturgia di quel tempo, il rapporto tra uomo e donna, così come tra padrone e schiavo, viene spesso applicato senza tener conto dei contesti storici e culturali. Così, nella sua pratica, la chiesa cristiana ha sostenuto la schiavitù con l'argomento: "Lo dice la Bibbia". La mancanza di discernimento può portare a interpretazioni che non corrispondono all'intenzione dell'autore.

Il contesto ideologico filosofico e teologico 
È importante analizzare anche il contesto ideologico e teologico del tempo dell'autore. Tra le filosofie di tendenza ai tempi del Nuovo Testamento c'erano l'epicureismo, lo stoicismo, il docetismo, lo gnosticismo, ecc. Queste filosofie erano basate su elementi del pensiero greco, quindi costituivano una sfida per la chiesa appena formatasi. Il prologo del vangelo di Giovanni rappresenta una risposta alla sfida del docetismo, che nega l'umanità di Cristo. Con l'affermazione "E la Parola è diventata carne" (Gv 1:14), l'apostolo non vuole solo trasmettere l'idea di identificare Gesù con noi, ma anche sfidare la prospettiva docetista secondo cui la nascita, la vita e la morte di Gesù non sarebbero reali ma apparenti (cfr. 1 Giovanni 4:1-3).

Analisi teologica 
Un ultimo passo importante per scoprire l'intenzione dell'autore è analizzare come un certo versetto è stato visto lungo la storia del pensiero cristiano. Anche se gli interpreti cristiani non possono prendere il posto della Scrittura, la loro prospettiva può aiutarci molto nella sua comprensione.

Lo Spirito Santo 
La Bibbia è l'unico libro che puoi leggere con l'aiuto dell'autore. Gesù ha promesso che lo Spirito Santo ci guiderà in tutta la verità (Giovanni 16:13). È un privilegio di ogni lettore pregare per la presenza dello Spirito Santo, perché è lui l'autore ultimo della Scrittura.

Nota 
[1] Il testo greco ci dà solo il termine “panta”, che significa “tutto”, in riferimento alle profezie.

[Fonte: st.network. Traduzione: V. Addazio]

 

 

 

 

 

 

 

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