Imparare a vedere le cose sempre da un’altra angolazione.

Michele Abiusi – A volte ci avanza un pezzo di pane, magari dopo aver fatto colazione, e il giorno dopo diciamo: “Questo pane è duro”. E spesso è proprio così. Ma, pensandoci bene, e pensando a una riflessione che ho letto dello psicologo Wilder Hernadez, oggi vedo le cose da un’altra angolazione. 

“Il pane non è duro; duro, è non avere pane”. 
Sembra una cosa assurda, ma siamo specialisti nel lamentarci e la maggior parte delle volte senza ragione, senza pensarci, per superficialità, per egoismo…
Il pane non è duro; duro è non avere pane. Cosa significa? Prova a pensare alla tua vita. 
Il lavoro che fai non è duro; duro è non avere un lavoro. 
Avere la macchina rotta, non è duro; duro, è non avere una macchina. 
E avere la macchina rotta e dover andare a prendere l’autobus a piedi è duro? 
No, duro è non aver gambe, duro è non poter camminare. 
Mangiare riso e sardine non è duro; duro è non aver nulla da mangiare. 
Perdere una discussione in famiglia non è duro; duro (e credetemi, questo sì che è duro!) è perdere una persona della propria famiglia. 
Dire “Ti amo” guardando negli occhi un’altra persona, non è duro. 
Duro è doverlo dire davanti a una lapide o a una bara, quando ormai sono inutili le parole. 
Lamentarsi non è duro; duro è non saper essere riconoscenti.

Oggi è un buon giorno per ringraziare Dio per la vita, per tutto ciò che abbiamo e per non lasciare che la nostra felicità dipenda da qualcosa o da qualcuno. La nostra felicità dipende solo da noi e da quante volte alziamo gli occhi al cielo per ringraziare il Signore. 
La vita non è perfetta, però è meravigliosa quando la viviamo in Cristo.

Caro Dio, non importa ciò che sto passando in questo momento della mia vita, ti ringrazio del privilegio di essere vivo oggi.

Duro non è condividere questa riflessione con un buon amico; duro è non aver un amico con cui condividerla… 

 

 

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