Nei 500 anni della Riforma protestante, i teologi avventisti del Sudamerica votano una dichiarazione di consenso che ribadisce la giustificazione per fede.

ARnews/Notizie Avventiste – A quasi 500 anni e 11.300 chilometri dal tempo e dal luogo in cui Martin Lutero affisse le sue 95 tesi sulla giustificazione per fede alla porta della chiesa del Castello di Wittenberg, centinaia di teologi avventisti hanno approvato una dichiarazione di consenso sullo stesso argomento.

Al termine del XII Simposio teologico sudamericano, svolto a Libertador San Martin, in Argentina, sul tema “Il giusto vivrà per fede”, i teologi hanno ribadito “i grandi principi del Vangelo di Dio”, come affermati dall’apostolo Paolo nell’Epistola ai Romani. Hanno inoltre espresso un rinnovato impegno nella “proclamazione del Vangelo eterno”.

“La dichiarazione che abbiamo votato riflette il nostro impegno verso la Bibbia, riscoperta così bene da Lutero”, ha dichiarato Adolfo Suárez, presidente del Seminario teologico avventista latinoamericano (SALT), organismo che supervisiona l’educazione teologica avventista nella Regione Sudamericana della Chiesa. “Come avventisti del settimo giorno, siamo impegnati totalmente e senza restrizioni verso la Bibbia. In questo senso, siamo impegnati anche verso l’evento storico della Riforma protestante, che ha ripristinato la preminenza della Parola di Dio a scapito della tradizione”.

Un simposio internazionale
Dal 27 aprile al 1 maggio, all’evento biennale, che a rotazione si svolge nelle diverse scuole avventiste di teologia dell’America del Sud, hanno partecipato 400 teologi e studenti nel campus della Universidad Adventista del Plata. Tra i relatori erano presenti Artur Stele, vicepresidente generale della Chiesa avventista mondiale; Elias Brasil De Souza, direttore dell’Istituto di ricerca biblica; Alberto Timm, direttore associato del White Estate nella sede mondiale della denominazione.

“Come Chiesa, abbiamo sempre valorizzato la Riforma, perché in un certo senso siamo suoi figli e figlie”, ha affermato Stele, “Ma la Riforma non è finita. Deve essere un processo continuo, perché continuiamo a cercare di rimanere vicini e tornare alla Scrittura”.

Gli ha fatto eco Timm: “Non possiamo guardare alla Riforma come a un evento storico unico”, ha dichiarato, “La Chiesa cristiana avventista è uno degli eredi di quel movimento che esorta a continuare nell’impegno di restare vicini alla Parola di Dio. Si tratta di un processo che non dovrebbe fermarsi”.

La dichiarazione votata
La dichiarazione di consenso di 750 parole, votata durante il simposio, si apre ricordando che il 2017 è l’anno in cui si celebra il V centenario dell’affissione delle 95 tesi, evento che ha dato il via alla Riforma. Per questo, i teologi hanno voluto diffondere un documento in cui sottolineano il loro impegno verso quei principi compresi da Lutero, studiando la Lettera ai Romani, come originariamente affermati da Paolo. “Nella sua epistola ai Romani, Paolo presenta i grandi principi del Vangelo di Dio”, si legge all’inizio del documento. “È lì che troviamo la dottrina della giustificazione per fede in Cristo”.
Allo stesso tempo, il quadro fornito dalla Riforma protestante è stato rafforzato da elementi teologici avventisti, tra cui la nozione del “gran conflitto tra Dio e Satana” e della “missione della Chiesa rimanente di Dio al mondo”.

La giustificazione per fede non è vista in maniera isolata, ma come parte di un continuum che collega l’inizio della Bibbia con la sua fine. Quindi, la dichiarazione include un impegno a credere in Dio in quanto Creatore e Sostenitore di tutte le cose, nella decisione dell’umanità di separarsi da Dio e nel piano divino per la sua restaurazione tramite Gesù Cristo.
“Riaffermiamo la certezza che siamo gratuitamente giustificati dalla grazia di Dio, senza le opere della legge”, dichiara il documento, “mediante la redenzione in Cristo Gesù, che è alla destra di Dio e intercede per noi”.

La dichiarazione ribadisce inoltre l’impegno verso la legge di Dio: “Riaffermiamo che, mediante la legge di Dio, santa, giusta, buona ed eternamente valida, si ha la conoscenza del peccato e del bisogno di Cristo per la giustificazione di tutti coloro che credono”.

Il documento ribadisce anche la credenza dei partecipanti nel battesimo biblico, nella nuova vita in Cristo e nell’invito di Dio a far parte del suo popolo. Infine, riafferma la fiducia nella salvezza eterna in Gesù Cristo e nel suo prossimo ritorno. Citando Romani 13:11, dice: “Riaffermiamo che la nostra salvezza è più vicina di quanto abbiamo creduto prima”. E ciò dovrebbe spingere ogni avventista verso un “impegno totale nell’annuncio del Vangelo eterno”.

Si chiude quindi affermando: “Nell’annunciare [il Vangelo], sono rivelate la grazia e la giustizia di Dio, perché, come dice la Scrittura, ‘il giusto vivrà per fede’”.

 

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