Maol – Domenica 14 ottobre, il Comitato esecutivo della Conferenza Generale (GC) ha approvato il documento «Rispetto e prassi delle azioni dell’Assemblea mondiale e del Comitato esecutivo della Conferenza Generale (CG) con 185 voti a favore e 124 contrari. La decisione è stata presa dopo la proroga votata al Consiglio annuale di ottobre 2017. Lo scopo del documento votato è preservare l’autorità della Chiesa in quanto organizzazione data da Dio e basata sulla Bibbia, e fornire un procedimento di armonizzazione delle entità ecclesiastiche con la denominazione mondiale e le decisioni prese ai più alti livelli rappresentativi: l’Assemblea amministrativa mondiale e il Comitato esecutivo della Conferenza Generale.

Leggi l’articolo: Domande e risposte sul documento votato al Consiglio annuale della Chiesa mondiale.

Il 14 ottobre, oltre 300 componenti del Comitato esecutivo, provenienti da tutto il mondo, insieme a centinaia di invitati e osservatori riuniti nella Kellogg Arena, a Battle Creek, hanno ricevuto informazioni complete, incluse le risposte alle domande formulate su scopo e procedura del documento proposto.

In sintesi, si è visto che:
– Il documento si basa sul contributo di centinaia di leader di tutto il mondo.
– Circa i tre quarti dei dirigenti hanno riferito che si devono prendere provvedimenti nei confronti delle entità che non sono in armonia con le decisioni della Chiesa mondiale.
– Il documento è in piena armonia con lo statuto e il regolamento della Chiesa mondiale e con il working policy (i regolamenti di lavoro) della CG.
– Il documento offre un approccio cristocentrico per dirimere i problemi di non conformità, incoraggiando l’entità più vicina al problema a lavorare per risolverlo.
– Il documento contiene salvaguardie, attentamente predisposte, per proteggere dal «potere regale», dall’autorità centralizzata e da una forma gerarchica nella struttura della Chiesa.

«Le origini del documento provengono da voi. È il vostro documento» ha affermato Ted N.C. Wilson, presidente della Chiesa mondiale, rivolto ai membri del comitato «Il problema è: le organizzazioni sono disposte a rispettare le regole che loro stesse hanno istituito?».

Principi della Commissione per la supervisione dell’unità (Uoc)
Michael Ryan, presidente dell’Uoc, ha delineato i principi operativi e procedurali che hanno animato la commissione:
– Trasparenza, per rendere subito pubbliche tutte le informazioni.
– Ampio apporto, per raccogliere i contributi dei dirigenti della Chiesa, che rappresentano i loro membri.
– Sinteticità, per mantenere il documento semplice e breve.
– Aderenza, per preservare l’armonia con lo statuto e il regolamento della Chiesa mondiale, e il working policy della CG.
– Accettazione, per accettare le azioni dell’assemblea amministrativa mondiale come autorevoli.

Il documento si basa su dati qualitativi e quantitativi raccolti in quattordici riunioni, una in ciascuna Divisione mondiale e nell’Unione del Medio Oriente, con 137 presidenti di Unione e 683 altri dirigenti delle chiese avventiste del mondo. L’ufficio archivi, statistiche e ricerca della Chiesa globale (Astr) ha inviato un sondaggio ai 137 presidenti delle Unioni. Il questionario è stato distribuito in più lingue e ha avuto una partecipazione del 100%.

Risultati del sondaggio
I risultati hanno rivelato che circa il 75% dei presidenti d’Unione ha risposto che era opportuno prendere provvedimenti nei confronti delle entità ecclesiastiche in disarmonia con le decisioni della Chiesa mondiale, ha riferito David Trim, direttore dell’Astr.
In conclusione, Trim ha sottolineato che, mentre il documento proposto non soddisfa i desideri di tutti, vi è stato «consenso su un punto chiave: la non conformità non può essere ignorata e dovrebbe comportare conseguenze per quanto riguarda il modo in cui la nostra Chiesa opera come organizzazione».

Il documento è legale
Dopo la presentazione di Trim, Karnik Doukmetzian, consigliere generale della Conferenza Generale e della Divisione Nordamericana della Chiesa, ha affermato che il documento è in armonia con lo statuto e il regolamento della denominazione.

«Se non si arriva all’adesione delle norme ecclesiastiche [dopo aver seguito la procedura delineata nel documento] … l’organizzazione o il leader possono essere soggetti a una delle tre opzioni disciplinari» ha dichiarato Doukmetzian riassumendo il documento «Monito per l’organizzazione, pubblico rimprovero del leader dell’organizzazione, o l’applicazione della normativa corrente per attuare un allontanamento “per giusta causa”. Nessuna di queste tre opzioni, né il processo delineato, violano lo spirito e il testo dello statuto o regolamento della Conferenza Generale, che abbiamo tutti concordato di rispettare e far funzionare».

Condotta consolidata per i leader
Nella sua presentazione, Hensley Moorooven, segretario della Commissione e sottosegretario della Chiesa mondiale, ha sottolineato che «il rispetto del working policy è un consolidato modello di condotta per i leader avventisti del settimo giorno».

Rivolgendosi ai membri del Comitato esecutivo, ha chiesto: «Cosa tiene unita la Chiesa?». La sottomissione quotidiana allo Spirito Santo. La volontà di continuare a lottare per stare insieme. L’impegno per una missione in tutto il mondo. La normativa, quindi, è il risultato dell’unità, non la causa.

«Possi dirvi» ha affermato Moorooven «che il primo passo per spaccare la chiesa avviene quando un leader decide di andare contro ciò che abbiamo già concordato: non è un documento a dividere la chiesa!».

Ha quindi aggiunto che «il regolamento non tace sull’aspettativa che i dirigenti lavorino in armonia con il contenuto di questo libro (il working policy)».

Dal volume ha poi letto due brani:
«B 15 10 Rispetto delle norme richieste – 1. Il working policy della Conferenza Generale deve essere rigorosamente rispettato da tutte le organizzazioni in ogni parte del mondo. Il lavoro in ogni organizzazione deve essere amministrato in piena armonia con le norme della Conferenza Generale e delle Divisioni.
B 15 15 Dirigenti/amministratori che lavorano in armonia con il regolamento – I dirigenti e gli amministratori devono lavorare in armonia con il working policy della Conferenza Generale. Coloro che mostrano incapacità o riluttanza ad amministrare il proprio lavoro in armonia con il regolamento non dovrebbero continuare a essere eletti dirigenti esecutivi dai loro rispettivi collegi elettorali o consigli/comitati amministrativi».

Moorooven ha continuato a sottolineare che queste norme esistono da decenni. «Il rispetto del working policy è, ed è stato da molto tempo, un modello di condotta per i leader avventisti del settimo giorno, e il documento proposto è fermo su questo principio» ha concluso.

Nel presentare il documento al Comitato esecutivo, Michael Ryan ha dichiarato: «Ciò che viene proposto è un procedimento regolare, attentamente considerato, per affrontare vari tipi di non conformità; un processo che crea filtri e protezioni sia contro l’esercizio arbitrario del potere sia contro la volontà ostinata di disobbedire a ciò che è stato concordato in comune. Nel considerare la proposta, vi chiedo di ricordare che oltre i due terzi dei dirigenti delle unità costituenti della Chiesa mondiale credono che ci debbano essere conseguenze organizzative per quelle Missioni, Federazioni e Unioni che si rifiutano di aderire a quanto i rappresentanti della Chiesa mondiale hanno discusso e deciso insieme».

L’organizzazione della Chiesa è al centro dell’unità tra i credenti del Nuovo Testamento. Senza l’organizzazione della chiesa e la conformità agli accordi reciproci presi nelle Assemblee amministrative mondiali, la Chiesa rischia la frammentazione e una deriva verso il congregazionalismo.

Leggi anche l’articolo: I delegati del Consiglio annuale votano l’adozione del documento di conformità.

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