Scrive l’apostolo Paolo: «… a ciascun di noi la grazia è stata data secondo la misura del dono  di Cristo… È lui che ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e dottori, per il perfezionamento dei santi in vista dell’opera del ministero e dell’edificazione del corpo di Cristo» (Ef 4:7,11,12).

E ancora: «Or vi è diversità di carismi, ma vi è un medesimo Spirito… a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per il bene comune» (1 Cor 12:4,7). Dio dunque ha provveduto a fortificare la chiesa, a darle «potenza» per svolgere il compito affidatole.

I «doni dello Spirito» non sono talenti o attitudini naturali, ma veri e propri caratteri offerti dal Signore al credente convertito, in vista del servizio cristiano. È la chiesa che deve riconoscere i doni dei suoi membri, permettendo il loro sviluppo in un’atmosfera democratica in cui l’autorità è esercitata sulla base delle capacità spirituali e, appunto, dei doni divini.

Uno dei doni affidati al popolo di Dio in ogni tempo è quello di «profezia», cioè la capacità di essere strumenti per portare uno specifico messaggio di Dio ai credenti e al mondo.

La chiesa avventista ritiene, sulla base di un serio confronto con la Parola di Dio, unico criterio di verità, che nella sua storia il dono di «profezia» si sia manifestato nella vita, nell’insegnamento e negli scritti di Ellen G. White. I suoi scritti, che non sono considerati come un’aggiunta al canone biblico, hanno il compito di confortare, guidare, istruire la chiesa avventista e i suoi fedeli. Essi indicano costantemente la Bibbia come lo strumento fondamentale per la crescita spirituale.

Condividi