HopeMedia Italia – Il 22 novembre si è spento Carlo Ausino, 82 anni, regista di “Torino violenta” e autore di vari altri film, ma anche attore, operatore e direttore della fotografia. Nato a Messina, aveva solo un anno quando la sua famiglia si trasferì a Torino. “Era diventato un autentico e affezionato torinese” nota Paola Visigalli, della chiesa avventista nel capoluogo piemontese.

“Di famiglia avventista” continua “era cresciuto nella chiesa e aveva partecipato alle attività dei giovani dell’epoca, compresi gli eroici campi scout degli anni ‘50. Il cinema, sua grande passione fin da ragazzo, era poi diventato la professione della vita e, come regista, aveva firmato diversi film di successo negli anni ‘70 e ‘80”.

Carlo Ausino era un artista molto apprezzato a Torino; chi in città faceva parte del mondo del cinema non poteva non conoscerlo. La chiesa, invece, lo ha conosciuto meglio nel suo lavoro in occasione di un viaggio in India per girare un film da lui scritto per una scuola avventista. 

“È stato un uomo sempre alla ricerca del Signore per stare vicino a Dio” ricorda Francesco Mosca, pastore della chiesa avventista di Torino per molti anni e fino al recente pensionamento.
“Ho avuto la gioia di seguirlo nel suo percorso di crescita spirituale fino alla decisione di appartenere completamente al Signore dandogli il suo cuore” continua “Disponibile a collaborare e a impegnarsi, come per l’arte che aveva nel sangue, non più giovane aveva accettato l’invito a recarsi a Villa Aurora [presso la Facoltà avventista di teologia di Firenze, ndr] per seguire il corso estivo per laici e continuare ad apprendere per servire meglio, mettendo a disposizione della chiesa i suoi talenti”.

In passato, il lavoro lo aveva portato lontano dalla chiesa per un lungo periodo. “Ma quando è tornato a frequentarla assiduamente, i suoi modi garbati, il sorriso scanzonato e la sua gentilezza d’altri tempi hanno conquistato tutti, con grande affetto” aggiunge Visigalli.

“Persona umile che non amava mettersi in mostra” le fa eco il past. Mosca “ma pronto a dare nel silenzio il suo contributo come nella vita così anche nella chiesa, servendo la comunità nell’insegnamento, aiutando i giovani a crescere nella recitazione. Anche per la chiesa ha realizzato un cortometraggio sulla nascita e la presenza della comunità avventista nelle Valli valdesi, a Torre Pellice”. 

Sicuramente, la fede conosciuta da ragazzo ha accompagnato e sorretto Carlo nelle tante vicissitudini della sua vita, fino all’ultima grande prova, la malattia. “Ora aspettiamo con ansia di riabbracciarlo nella nuova terra dove dolore, malattia e morte, finalmente, non esisteranno più”, conclude Visigalli.

“Scrivi: beati i morti che da ora innanzi muoiono nel Signore. Sì, dice lo Spirito, essi si riposano dalle loro fatiche perché le loro opere li seguono” (Apocalisse 14:13) è il versetto biblico dedicato a Carlo dal past. Mosca.

 

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