Ho lasciato una terra, che non era la mia,
per un’altra che più non è
mi sono rifugiato in un vocabolo d’inchiostro,
avendo il libro per spazio,
parola di nessun luogo, quella oscura del deserto
non mi sono coperto la notte
non mi sono coperto dal sole.
Ho marciato nudo
Da dove venivo non aveva senso
Dove andavo non inquietava nessuno
Dal vento vi dico, dal vento
E un po’ di sabbia nel vento
(Edmond Jabès, Un étranger avec, sous le bras, un livre de petit format)

Veronica Addazio – Note e parole struggenti ci hanno scaldato il cuore in una fredda sera di inverno. Il 23 gennaio scorso, all’Auditorium Parco della Musica di Roma, nella Sala Sinopoli, è andato in scena “Là dove giace il cuore. Note e parole d’esilio”. La settima edizione del concerto istituzionale del Giorno della Memoria 2020 è stato un viaggio. La magia e il linguaggio universale della musica, della letteratura e della danza ci hanno trasportato in lidi lontani ma quanto mai contemporanei. Al centro della scena l’Uomo, in esilio perpetuo e precario. La narrazione della diaspora degli ebrei e della tragedia della Shoah si è unita a un racconto più ampio, profondo. Il destino di separazione e sradicamento abbraccia tutti… Armeni, africani deportati come schiavi nelle piantagioni, italiani e irlandesi in cerca di fortuna, profughi e rifugiati di ieri e di oggi, tra nuovi muri che si alzano e cuori che si chiudono.

“Là dove giace il cuore. Note e parole d’esilio” è un progetto di Viviana Kasam, con la direzione artistica di Michelangelo Busco e la direzione musicale di Cristina Zavalloni e Giuseppe Bassi. Un cast di interpreti eccezionali ha animato una serata che si potrà rivivere anche in tv. Il concerto è stato registrato da Rai Cultura e andrà in onda su Rai 5 il 7 febbraio 2020 alle 21.15.

In contrappunto con i pezzi musicali, Manuela Kustermann e Alessandro Haber hanno interpretato brani letterali tratti da opere di Hannah Arendt, Dante Alighieri, Ugo Foscolo, Edmond Jabès, Miriam Makeba, Pablo Neruda, Vahan Terian. Un cammeo di Daniela Ayala e Simone di Pasquale, con il loro tango argentino ha impreziosito lo spettacolo.

L’ensemble di solisti jazz Lagerkapelle ha accompagnato Raiz, voce solista di Almamegretta, collettivo italiano di ethnodub/electronica. Un ospite speciale è arrivato dall’Armenia. Gevorg Dabaghyan, uno dei massimi suonatori di duduk, lo strumento nazionale armeno dalle sonorità soavi, memoria del genocidio. Da Toronto e per la prima volta a Roma, l’Arc Ensemble (Artists of The Royal Conservatory), ha proposto la sua ricerca artistica sui compositori ebrei in fuga dalla Germania nazista. Ad aprire e chiudere la serata, il Coro delle Voci Bianche dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia con la solista haitiana ma romanissima, Nathalie Coppola.

 

 

[Foto: Francesca Evangelisti]

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