Michele Abiusi – Vi è gioia nello studio della Bibbia perché incontriamo il Signore e lo conosciamo sempre meglio. “Appena ho trovato le tue parole, io le ho divorate; le tue parole sono state la mia gioia, la delizia del mio cuore, perché il tuo nome è invocato su di me, Signore, Dio degli eserciti” (Geremia 15:16).

Da ragazzino, con mia sorella leggevamo l’intera Bibbia in un anno: tre capitoli ogni giorno e cinque il sabato. Alle noiose cronologie si andava di corsa… solo in seguito abbiamo capito l’importanza storica ed archeologica di quelle cronologie. Avevamo anche un quaderno con rubrica per scrivere i versetti sulle tematiche che incontravamo. Più in là, la lettura è divenuta anche confronto con altre versioni e traduzioni delle Scritture. Possiamo avere molte Bibbie sui nostri scaffali, ma non ci procureranno neanche un briciolo di gioia se non la studiamo diligentemente.

“Dovremmo studiare la parola di Dio personalmente… se volete conoscere personalmente il Salvatore e sentirne la voce. Le parole di Dio sono l’acqua vivente che estingue la vostra sete ardente; sono il pane vivente che viene dal cielo” – E. G. White, La via migliore, pp. 88, 89.

Lo studio della parola di Dio è conditio sine qua non, condizione indispensabile della vita cristiana. Tale studio deve essere guidato dalla preghiera e da un’attenta riflessione. Il suo autore è il Signore e dovremmo metterci in comunicazione con lui attraverso il suo Spirito che comunica con noi.

La più grande tragedia del mondo, in mezzo a mille problemi, è quella della fame spirituale “Perisce il mio popolo per mancanza di conoscenza” (Osea 4:6). Come a livello materiale non dovrebbe esistere fame nel mondo, così è a livello spirituale. Gesù Cristo è pane per tutti. Come cristiani abbiamo la responsabilità di condividere il cibo con coloro che vivono nell’inedia spirituale. Noi credenti dobbiamo aprire la parola, permettendo ad altri di nutrirsene. La parola di Dio va masticata e digerita, in modo che trasformi veramente la nostra vita.

Conoscete la storia degli ammutinati del Bounty? Solo un uomo sopravvisse, insieme a undici donne e ventitre bambini. Tra gli effetti dei marinai, Addams trovò una Bibbia e lì avvenne il miracolo: l’isola di Pitcairn, abitata da cannibali, divenne un’isola di credenti, prima, e di avventisti, poi, grazie all’invio di volantini da parte della Chiesa nel 1876. Lo studio della Bibbia produce miracoli! Ogni conversione è un miracolo!

Il Signore, attraverso la sua parola, vuole comunicarci gioia. “Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena” (Giovanni 15:11).

La gioia che provava Gesù era quella di realizzare l’opera per cui era venuto sulla terra: “Il Figlio dell'uomo, infatti, è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto” (Luca 19:10). Ciò che più di tutto può offuscare questa gioia è l’ansia che nasce dal soffermarci sulle circostanze negative dalla vita. Le preoccupazioni terrene soffocano la parola di Dio.

“La tua parola è una lampada al mio piede, una luce sul mio sentiero” (Salmo 119:105).
“La parola di Cristo dimori tra voi abbondantemente; ammaestratevi e ammonitevi con ogni sapienza, cantando a Dio di cuore e con gratitudine salmi, inni e cantici spirituali” (Colossesi 3:16).

Quando Cristo diviene parte della nostra vita, allora si prova la gioia di vivere, e si trovano energie inesauribili per servire il prossimo e per una ricerca sempre più approfondita della sua parola. Gesù parla di una vita esuberante! I cristiani dovrebbero essere le persone più felici del mondo, perché trovano nella Scrittura, parola di Dio, fiducia e sicurezza. Nutriamocene con gioia, rallegriamoci nella salvezza offerta da Gesù, il nostro Salvatore.

 

 

 

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