Ha donato la sua azienda di pet food (Almo Nature) a una fondazione la cui mission è salvaguardare la biodiversità. Ed è stato un gesto di autentica rottura, spiega, perché «il cambiamento richiede scelte radicali». A quattro anni di distanza Pier Giovanni Capellino confessa: «Spossessandomi della proprietà, la mia libertà e il mio modo di pensare ne hanno guadagnato». Stoppa con un mantra – «Noi umani non siamo padroni del Pianeta» – chi tenta di interpretare la strada che ha intrapreso, perché è una strada a senso unico che porta dritto verso l’«ecologia della mente». Capellino è l’uomo delle utopie: «Oggi il mio gesto può apparire strano ma spero che tra due secoli sarà visto come qualcosa di normale». Da quel capitalismo a cui fa appello «perché solo uscendo dall’egoismo e lavorando in squadra si possono risolvere i problemi». Ma proprio ai capitalisti «va chiesto il denaro per i grandi progetti, penso al riportare l’acqua nel Sahara, perché il capitalismo è principale beneficiario dell’impatto negativo sul Pianeta» (dal "Corriere della Sera" del 16-05-23).

Prendendo spunto da questo fatto di cronaca, il pastore avventista Nino Plano riflette con Roberto Vacca su vari temi: la conversione, il bisogno di ideali, la responsabilità ecologica del cristiano, lo sguardo positivo di Dio sul mondo.

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