Lo ha ricordato il presidente del Chiesa avventista in Italia, commentando le reazioni alla conversione all’islam di Silvia Romano. Il direttore di Coscienza e Libertà: “L’intolleranza fa il gioco dei terroristi”.

Notizie Avventiste – Silvia Aisha Romano è nella sua casa di Milano da oltre una settimana, dopo 18 mesi di prigionia in Africa dove svolgeva volontariato per una Ong. La chiesa avventista ha espresso solidarietà alla giovane in una lettera.

“La Chiesa avventista si rallegra per la liberazione e il rientro della volontaria Silvia Romano, tornata a riabbracciare i suoi cari” ha dichiarato il past. Stefano Paris, presidente dell’Unione Italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del Settimo Giorno.

“Siamo però costernati” ha aggiunto “per le reazioni violente dei giorni scorsi, suscitate dalla sua scelta di cambiare fede religiosa. Come cristiani crediamo che insulti, sospetti e calunnie non corrispondano allo spirito di amore insegnato da Gesù Cristo nel vangelo”.

Il presidente ha quindi ricordato che “non si è religiosi per nascita ma per scelta”. Ne è un esempio l’apostolo Paolo “che imponeva con la violenza quella che riteneva essere la vera fede, nella quale era nato e per la quale ‘minacciava i discepoli del Signore e faceva di tutto per farli morire’ (Atti 9:1)”. Ma in seguito aveva cambiato prospettiva. “Da questo cambiamento deriva l’espressione la ‘Via di Damasco’” precisa Paris “Lo stesso Paolo, qualche anno dopo scrive l’inno cristiano all’amore: ‘Chi ama è rispettoso, non cerca il proprio interesse, non cede alla collera… Chi ama è sempre comprensivo, sempre fiducioso, sempre paziente, sempre aperto alla speranza’ (1 Corinzi 13, Tilc). Credo che in quanto cristiani dobbiamo coltivare l’amore e, oggi più che mai, accogliere la speranza. In questi mesi abbiamo visto gesti di grande amore e speranza da parte dei sanitari. Non rendiamo vani questi sacrifici con gesti di intolleranza e violenza”.

Ha quindi concluso: “In quanto Chiesa avventista affermiamo con forza la libertà di coscienza e di fede per ogni individuo, invitiamo al rispetto di tutte le confessioni religiose, comprese quelle di minoranza ed esprimiamo solidarietà a Silvia Aisha Romano e alla sua famiglia”.

Rispettiamo le libertà garantite dalla Costituzione
Anche Davide Romano, pastore avventista e direttore della rivista Coscienza e Libertà, organo di stampa dell’Associazione Internazionale per la Difesa della Libertà Religiosa (Aidlr), si è espresso sulla vicenda.

Ecco quanto ha affermato:
Auguriamo a Silvia Aisha e alla sua famiglia un periodo sereno e un tempo nuovo che sappia lenire le ferite e ospitare il riconoscimento della voce amica di quel Dio a cui Silvia vorrà affidarsi. Raramente la liberazione di un ostaggio ha suscitato maggiori reazioni negative in Italia. La conversione di Silvia all’islam, simboleggiata dal jilbab, l’abito di per sé laico, che indossava scendendo dall’aereo, hanno dato luogo ad attacchi inqualificabili sui social, scritte vergognose sui muri del palazzo in cui si trova la sua abitazione, lanci di bottiglie e, in Parlamento, il deputato leghista Alessandro Pagano, ha definito Silvia Romano una ‘neo-terrorista’. L’equazione musulmano uguale terrorista è segno di un pregiudizio religioso che condanniamo duramente.

Identificare l’orrenda e deplorata categoria dei terroristi, di cui si sono ricordate le vittime pochi giorni fa, con i fedeli di una religione specifica, significa alimentare paure che sovente si trasformano in molteplici forme di odio. Una dinamica che è stata all’origine delle violenze più atroci inflitte all’umanità.

La nostra Costituzione garantisce i diritti di tutti gli italiani stabilendo che tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge (art. 8), e che tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa (art. 19). Quindi dobbiamo tutti rispettare la libera scelta di Silvia Aisha Romano di abbracciare una confessione religiosa diversa da quella della maggioranza e di professarla.

L’intolleranza fa il gioco dei terroristi nell’imporre un clima di violenza. Secondo il politologo francese Olivier Roy “il terrorismo deriva non dalla radicalizzazione dell’islam ma dall’islamizzazione della radicalità”. L’islam è strumentalizzato e distorto da una certa frangia terrorista per giustificare gesti di distruzione e di morte.

In questa vicenda ci associamo volentieri al commento dell’Osservatore Romano che denuncia “la sequela di reazioni, giudizi immondi” come derivanti “da un comune sguardo, disumano. Perché disumano è lo sguardo dell’uomo quando non vuole vedere” (…) perché “sopprime la compassione che sempre dovrebbe abitare dentro i suoi occhi”.

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