La parola del giorno: amore
14 Ottobre 2025

In collaborazione con la redazione della rivista Il Messaggero Avventista.

La parola del giorno: amore
14 Ottobre 2025

In collaborazione con la redazione della rivista Il Messaggero Avventista.

Il termine che analizziamo oggi non si può racchiudere in una sola definizione. Diventa forma verbale attiva. Amare ci incoraggia a metterci in moto. Trasforma, comprende, accoglie. È l’essenza stessa di Dio.

Amore è una parola che sentiamo spesso in chiesa e sperimentiamo profondamente nelle nostre famiglie. La mia esperienza d’amore più travolgente è stata alla nascita prima di mio figlio e poi di mia figlia. Una sensazione di profonda emozione, calore nel cuore e un impegno appassionato nel nutrire, prendersi cura e amare, insieme a mia moglie, questi due bambini speciali. Ora che sono adulti e abbiamo percorso insieme il nostro cammino come famiglia per oltre due decenni, trovo difficile lasciarli andare, ma anche questo fa parte dell’amarli.

L’amore umano è un debole riflesso di quello divino. Spesso il nostro modo di amare si basa su condizioni, circostanze e aspettative. Dio è amore (1 Giovanni 4:8), dichiara Giovanni. Dio è intrinsecamente, nel profondo, amore. E per questo, il suo amore è incondizionato, immutabile e incessante. L’amore del Signore si manifesta nelle relazioni tra i tre membri della trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo.

Vediamo l’intenso amore tra il Padre e il Figlio, ad esempio, nel testo biblico che dice “Ciascuno di noi compiaccia al prossimo, nel bene, a scopo di edificazione. Infatti anche Cristo non compiacque a se stesso; ma come è scritto: ‘Gli insulti di quelli che ti oltraggiano sono caduti sopra di me'”. (Romani 15: 2, 3). In questi versetti, l’apostolo Paolo cita il Salmo 69:9.

Nel salmo chi parla è Davide, tuttavia Paolo attribuisce il versetto a Gesù: è Cristo che parla! Davide scriveva come profeta ispirato dallo Spirito, riferendosi alle future sofferenze di Gesù sulla croce. Qual è l’implicazione? Per Paolo, Cristo preesisteva in comunione con il Padre ai tempi di Davide. Tramite lui, lo Spirito, nella persona di Cristo, poteva parlare al Padre circa le sofferenze che avrebbe dovuto subire in futuro. Ecco l’intento di Paolo: Cristo che si rivolge al Padre: “Gli oltraggi di coloro che ti ingiuriavano, o Padre, sono ricaduti su di me, tuo Figlio, quando ero sulla croce”.

Paolo legge queste frasi pronunciate in passato da Davide, ma contenenti una conversazione reale e futura tra il Padre e il Figlio, facilitata dallo Spirito che guarda alla croce. Per Matthew Bates: “Il Figlio ama il Padre a tal punto che, parlando tramite lo Spirito nel passato come se la croce fosse un fatto compiuto, dice al Padre di aver sopportato volontariamente, durante la passione, gli insulti ingiuriosi con i quali gli empi avevano maledetto il Padre”. Secondo questo versetto, il Figlio è disposto a soffrire intensamente non solo perché ama l’umanità in sé, ma perché ama così tanto il Padre da voler sopportare le parole ostili a lui rivolte.

È la natura sacrificale di questo amore, versato per i nostri peccati, che ci spinge ad accettare Cristo, a riconciliarci con Dio, a sperimentare la rigenerazione e a iniziare la vita di fede in comunità con gli altri nel corpo di Cristo (Giovanni 1:12; Romani 5:1,2; 1 Corinzi 12:10-12).

È l’amore di Dio in Cristo che non solo ci conosce, ma ci trasforma (2 Corinzi 5:21). Il nostro amore umano subisce una trasformazione, attraverso la potenza dello Spirito Santo: dall’essere incentrati su di noi, ci riposizioniamo su Dio e sul prossimo (Romani 5:5). Ora abbiamo il frutto dello Spirito, che è amore, e partiamo per un cammino che durerà tutta la vita per crescere nella somiglianza a Cristo (Galati 5:17). Paolo ci ricorda che la fede opera per mezzo dell’amore (Galati 5:6). L’amore dà energia alla fede affinché operi. L’amore, al suo meglio, ci motiva a impegnarci in opere (servizio e missione) per onorare Dio e aiutare gli altri.

In questo senso, quindi, l’amore è un verbo. È orientato all’azione e incentrato sugli altri. Ed è così: Dio ha svelato il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi (Romani 5:6,7).

Kayle de Waal, professore associato all’Avondale Seminary, in Australia.

[Fonte: record.adventistchurch.com. Tradotto da Veronica Addazio, HopeMedia Italia].
[Immagini: Dmitriiavramchik e Henrischmit su Dreamstime.com].

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