Graziano Capponago del Monte – Da qualche tempo anche in Italia è scoppiata la moda di festeggiare Halloween, un’usanza tipicamente americana che si rifà a un’antica tradizione celtica, secondo la quale nella notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre si apriva una comunicazione tra il mondo dei vivi e il mondo dei morti.

Così, come vediamo nei film americani, streghe, fantasmi, zucche scavate in foggia di mostri che contengono al loro interno una candela sono diventate un’occasione di festa per grandi e piccini. Locali e ristoranti fanno cospicui affari organizzando serate a tema con i partecipanti vestiti da streghe, diavoli, fantasmi. Inconsapevolmente e superficialmente si celebra il mondo dei morti in maniera banale e sconsiderata.

Ma cosa dicono le Scritture a proposito del mondo della magia? «Mentre andavamo al luogo di preghiera, incontrammo una serva posseduta da uno spirito di divinazione. Facendo l’indovina, essa procurava molto guadagno ai suoi padroni. Costei, messasi a seguire Paolo e noi, gridava: “Questi uomini sono servi del Dio altissimo e vi annunziano la via della salvezza”. Così fece per molti giorni ma Paolo, infastidito, si voltò e disse allo spirito: “Io ti ordino, nel nome di Gesù Cristo, che tu esca da costei”. Ed egli uscì in quell’istante» (At 16:16-18).

Qualche tempo fa ero in viaggio con dei colleghi e colleghe e una sera, dopo cena, il discorso è caduto sui vari segni zodiacali, quello che all’inizio era semplice curiosità, per fare conoscenza, si è trasformato presto in un’appassionata discussione, «grazie» anche a una collega che era studiosa di astrologia, sapeva tutto dei segni e riusciva anche a fare gli oroscopi. Come potete immaginare è immediatamente diventata il centro dell’attenzione, con tutti che le chiedevano consigli e come sarebbe stato il loro futuro.

Io seguivo con molta curiosità la conversazione, pur non partecipandone direttamente. Quando mi hanno chiesto di che segno fossi, ho risposto semplicemente che ero nato il 18 dicembre e che non credevo assolutamente nell’astrologia. So benissimo che il 18 dicembre è sotto il segno del sagittario ma mi rifiutavo di avallare quello che noi sappiamo essere una falsità. Eppure, questa falsità è estremamente popolare. Giornali, riviste, televisione danno grande spazio all’astrologia, vista da una parte come una scienza, dall’altra come uno stimolo vitale, un qualcosa che facilita l’esistenza umana o, se non altro, come un innocente passatempo, un argomento di conversazione non impegnata.

Ma cosa dice la Parola?
«Non praticherete alcuna divinazione o magia…» (Le 19:26). Poi ancora: «Non vi rivolgete ai negromanti né agli indovini non li consultate per non rendervi impuri in mezzo a loro. Io sono il Signore vostro Dio» (v. 31). E subito dopo, capitolo 20:27, la condanna senza appello: «Se uomo o donna in mezzo a voi eserciteranno la negromanzia o la divinazione dovranno essere messi a morte».

Insomma, è chiaro che L’Eterno proibisce senza possibilità di equivoco tutto ciò che è magia e divinazione e la punizione è la morte senza appello. È a mio avviso significativo che in questi versetti l’autore ispirato non si dilunghi sul perché e il percome di questa proibizione, proprio a voler dire che su questo argomento non c’è da discutere e che il Signore ricordi la sua posizione divina per rimarcarla. Oggi, la conoscenza delle Scritture e l’evoluzione della storia ci porta a esaminare più criticamente le motivazioni del divieto e a capire quanto questo argomento sia subdolo e pericoloso.

Satana ci conosce, purtroppo, fin troppo bene. Sa quale sono i nostri desideri, le nostre debolezze e inclinazioni e, ingannatore e seduttore com’è, riesce a insinuarsi nei nostri pensieri, mistificando quello che è un abominio agli occhi dell’Eterno per trasformarlo addirittura in qualcosa di utile, di positivo, di consolatorio. Naturalmente è una falsità ma una falsità così bene orchestrata da essere difficilmente svelabile se non affidandosi completamente e con fiducia alla Scrittura.

Ci sono tre categorie esoteriche proibite nei versetti che abbiamo appena letto:
– divinazione;
– negromanzia;
– magia.

Tutte e tre fanno parte delle cosiddette scienze occulte, con delle differenze. Semplificando un po’ potremmo definirle in questo modo:
– la divinazione pretende di conoscere il futuro;
– la negromanzia è la consultazione degli spiriti dei morti;
– la magia è la capacità di fare accadere avvenimenti a proprio piacere.

Chiunque abbia un po’ di dimestichezza con le Scritture avrà a questo punto capito già tutto, dove andrò a parare. Per semplificare utilizzerò d’ora in poi il termine «magia» per tutte e tre le categorie che ho elencato poco fa.

Magia è idolatria
In tutte le sue forme la magia è una forma di idolatria perché svia da Dio il culto di adorazione che passa direttamente (e spesso volontariamente) alla persona di Satana. Oppure passa ad altre persone o cose, in maniera apparentemente più innocente, quasi inconsapevolmente ma con gli stessi effetti. L’idolatria è condannata con termini severissimi nella Scrittura. Nell’Antico Testamento è definita abominio (Ez 7:20), oltraggio (Ne 9:18), iniquità e odio del Signore (Es 20:5). Nel Nuovo Testamento è associata alle opere della carne (Ga 5:19-20) e ha come condanna la morte eterna e l’esclusione dalla salvezza e dal Regno di Dio (Ga 5:21; Ap 21:8; 22:15).

Parlavo delle tre categorie esoteriche. Mi vorrei soffermare qui maggiormente sulla magia ma prima confutiamo divinazione e negromanzia.

Solo il Padre è onnisciente e conosce il futuro. Cristo stesso dichiara addirittura di non sapere quando sarà il momento del suo ritorno e che lo sa solo il Padre (Mt 24:36). Satana fa credere di poter conoscere il futuro dell’uomo ma in realtà può solamente determinarlo se gli si permette di farlo. E quando uno consulta un indovino, un mago, un astrologo permette a Satana di dirgli quello che ha intenzione di fare nei limiti concessigli dall’Eterno.

Facendo un esempio molto banale: se ora io dico a una persona che uscendo dalla chiesa troverà 100 euro e mi sono accordato segretamente con un altro che gli lasci la banconota davanti ai piedi quando questi esce, per il «beneficato» (ovviamente tra virgolette) io sarò una persona dotata di poteri magici. Satana fa lo stesso. Opera tramite i suoi angeli decaduti e, guardate, non sempre le azioni sataniche sono palesemente malvagie. Quello che a lui interessa è allontanarci da Cristo. Se, per esempio, sapendo che i soldi sono un nostro punto debole, ci fa arricchire e abbandonare la fede, per lui è un successo.

I morti dormono e non hanno più parte con questo mondo fino al ritorno di Cristo come vediamo, per esempio, in Ecclesiaste 9:5. Quindi, se non si consultano i morti, chi altro si consulta? Gli spiriti, che sono in grado di simulare le fattezze e la voce dei defunti, conoscendone perfettamente la vita. Certo per molti è una consolazione credere di potere continuare ad avere un rapporto con le persone che si sono amate ma, purtroppo per loro è solo un’illusione, un inganno orchestrato da Satana per diffondere la falsa teoria della vita dopo la vita e dell’immortalità dell’anima. Lo spiritismo che, forse non a caso, si è diffuso nel periodo storico in cui nasceva l’avventismo, è l’antireligione che si oppone al cristianesimo.

La magia è una sottile tentazione molto accattivante. Promette di ottenere facilmente potere, soldi, sesso… tutto quello che per il mondo è assolutamente solleticante. Ellen G. White, con Ezechiele, la definisce un abominio perché pretende di sottomettere al proprio volere la natura (e quindi Dio stesso).

AntiParola
Che sia cialtroneria, colpevole inganno o relazione con gli spiriti maligni, vorrei definire la magia come «la parola antiParola (con la P maiuscola)». La formula magica in opposizione alla Parola creatrice (che sappiamo essere Cristo). Il «voglio, comando, posso» satanico che porta a un appagamento immediato ed egoistico dei propri voleri, opposto alla volontà divina, all’ubbidienza e all’affidamento che si traduce in amore e nella beata speranza.

Ci sono due tipi principali di magia: quella nera e quella bianca. Entrambe sono sataniche, solo che la prima lo è chiaramente e opera palesemente per il male. Per intenderci, sono quei rituali di morte, di vendetta, di forzatura della volontà individuale, quello che potremmo definire «malocchio». Che differenza con la vera Parola! Come leggiamo in Giovanni «In lei [la Parola, cioè Cristo] era la vita e la vita era la luce degli uomini» (Gv 1:4). La magia bianca è più subdola perché, apparentemente serve ad «aiutare» le persone, a consolarle, ma ricordiamoci che Dio è libertà e qualsiasi forzatura della volontà, anche «a fin di bene» è contraria alla sua essenza.

Egoistica
Bianca o nera che sia, la magia ha sempre una valenza egoistica. Il sociologo, antropologo e storico delle religioni francese Émile Durkheim (1858–1917) faceva una distinzione tra religione e magia secondo la quale: «La religione è un culto ufficiale e pubblico compiuto dal sacerdote per tutto il gruppo sociale, mentre la magia è un rituale privato, sono dei riti eseguiti da un uomo che non riveste carattere pubblico, per interessi individuali». Cioè, mentre il pastore ma anche il sacerdote cattolico o di qualsiasi altra religione opera davanti al suo Dio e a favore della platea dei fedeli, l’azione del mago è una forzatura della divinità, un piegare i demoni, al volere dell’uomo per mezzo di formule e riti segreti.

La parola magica è così opposta alla preghiera. Ma non solo. Il mago parla con i demoni, si fa ispirare da loro, li interroga e ne riceve risposte e anche qui vediamo la tragica parodia della relazione che abbiamo tanto spesso letto nelle Scritture, del rapporto personale tra i profeti e Dio. Non appare allora casuale il fatto che tutte le religioni antiche abbiano prodotto indovini, astrologi, maghi in quanto intermediari ed espressione legittima del rapporto uomo-divinità con la sola eccezione degli ebrei che, invece avevano un rapporto diretto con Dio.

Una contraffazione
Dicevamo prima dell’opposizione antiparola-Parola. La magia è così una contraffazione dell’opera creatrice di Cristo, dei suoi miracoli e di quelli operati in suo nome. Luca, negli Atti degli Apostoli, insiste spesso sulla magia. In Atti 8:9-24 troviamo la storia di un tale Simone che praticava la magia in Samaria e che era reputato «la potenza di Dio». Questo Simone, è scritto, credette ma continuò a praticare le sue arti magiche arrivando perfino a offrire del denaro a Pietro per ottenere il potere di elargire lo Spirito Santo. Pietro lo condannò severamente invitandolo al ravvedimento e la fine della storia sembra indicare che questo Simone si sia effettivamente pentito. In Atti 13:6-12 si racconta di Elima, mago e falso profeta giudeo che si opponeva alla proclamazione a Cipro della parola di Dio da parte di Paolo che lo definisce così: «uomo pieno di ogni frode e di ogni malizia, figlio del diavolo, nemico di ogni giustizia» (v. 10). Ancora, in Atti 16:16-18 si parla di una schiava a Filippi che aveva uno spirito di divinazione e faceva guadagnare molti soldi ai suoi padroni come indovina. Paolo liberò la donna dallo spirito ma i padroni, che avevano perso la loro fonte di guadagno, lo denunciarono ai magistrati che lo incarcerarono insieme a Sila.

Avere a che fare con Satana è estremamente pericoloso. Con lui non si scherza. Anche coloro che gli sono «fedeli» sono soggetti alla sua crudeltà. Li utilizza come strumenti finché gli servono, poi non si fa nessuno scrupolo ad abbandonarli al loro tragico destino. Violenza, morte, sopraffazione, depravazione fisica e psichica aleggiano sempre su coloro che si lasciano sedurre dal male. Ci sono numerosissimi esempi di spiritisti famosi o meno finiti alcolizzati, in miseria, suicidi, in ospedali psichiatrici. In Atti 19:12-20 si parla di alcuni esorcisti itineranti giudei che a Efeso cercavano di scacciare uno «spirito cattivo» in nome di «quel Gesù che Paolo predica». La risposta dello spirito fu: «Conosco Gesù e so chi è Paolo ma voi chi siete?» (v. 15). E si scaglio con inaudita violenza sui malcapitati. La scena ha qualcosa di buffo, visto che i sette esorcisti dovettero scappare nudi e coperti di ferite, ma la conseguenza di quel fatto fu che «Molti di quelli che avevano abbracciato la fede venivano a confessare in pubblico le loro pratiche di magia e un numero considerevole di persone che avevano esercitato arti magiche portavano i propri libri e li bruciavano davanti a tutti. Ne fu calcolato il valore complessivo e si trovò che era di ciaquantamila dramme d’argento» (vv. 18, 19)”. Così, tanto per fare due calcoli, se pensiamo che una dramma pesava 4,46 grammi, il valore complessivo era 218 chili d’argento, cioè il salario di circa 137 anni di un bracciante.

Le Scritture squarciano le tenebre
Come credenti, dobbiamo rendere grazie a Dio perché ha voluto donarci le Scritture. Per mezzo di uno studio costante nel tempo oggi possiamo squarciare le tenebre della superstizione. Abbiamo ben chiaro il piano del nemico che consiste nel mistificare la verità, di confonderla con la menzogna, di mescolare il divino con l’umano, di allontanarci da Dio portandoci su una strada buia e isolata dove può fare di noi quello che vuole.

Il consiglio finale lo troviamo ancora una volta nella Parola, nel Nuovo Testamento, nella Prima lettera di Giovanni: «Carissimi, non prestate fede a ogni spirito ma mettete alla prova gli spiriti per saggiare se provengono veramente da Dio, perché molti falsi profeti sono venuti nel mondo. In questo potete riconoscere lo Spirito di Dio: ogni spirito che riconosce Gesù Cristo venuto nella carne è da Dio; ogni spirito che non riconosce Gesù non è da Dio. Questo è lo spirito dell’anticristo che, come avete udito, viene, anzi è già nel mondo» (1 Gv 4:1-3). Ancora una volta è in azione la parola antiParola. L’Eterno ci apra i cuori e le menti verso la verità.

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