La povertà ha un colore?
10 Dicembre 2020

HopeMedia Italia – Nella Giornata mondiale dei diritti umani, vogliamo dare risalto al recente intervento di Amanda Khozi Mukwashi, amministratrice delegata di Christian Aid, tenuto al Newbold College, istituzione avventista nel Regno Unito. L’incontro si è svollto online a causa delle restrizioni dovute alla pandemia. La relatrice ha definito subito il tema con una domanda: "La povertà ha un colore?". Ha poi aggiunto un sottotitolo: "Come può la Chiesa restituire dignità, giustizia e uguaglianza a tutti". Nell’esaminare sia la Chiesa universale sia la sua stessa comunità avventista, ha risposto con un sonoro "sì".

Mukwashi ricopre il suo attuale incarico da due anni ma vanta un quarto di secolo di esperienza in organizzazioni umanitarie e di soccorso come le Nazioni Unite e il Voluntary Service Overseas. “Ha visto da vicino la povertà e i suoi effetti devastanti, per cui, l’aver incluso l’esperienza vissuta e le storie sui luoghi e le persone incontrate, ha reso veramente potente la sua conferenza” notano Michael e Helen Pearson nella notizia sul sito TedNews “Ha esordito con un resoconto del suo lavoro con un gruppo di donne in Etiopia, Paese che negli ultimi anni ha subito sempre più spesso carestie e siccità. Vaste aree sono desertificate e la vita delle persone è gravemente a rischio”.

Il motore principale di gran parte della povertà in numerosi luoghi del mondo è il cambiamento climatico, che ha sconvolto modelli culturali e modi di sopravvivenza secolari. Mentre in Occidente si discute sulle cause del cambiamento climatico, altrove milioni di persone lo sentono nel proprio stomaco. "Coloro che subiscono le peggiori conseguenze del disastro ambientale vivono al di fuori delle aree sviluppate" ha affermato Mukwashi “I maggiori responsabili per quando riguarda le emissioni di anidride carbonica – Stati Uniti, Europa, Russia, Cina – sono coloro che subiscono il minimo impatto sulla loro vita quotidiana”.

Ovunque africani, asiatici e minoranze etniche sono "in fondo alla catena alimentare" e vivono in condizioni di estrema povertà in tutto il mondo. Nel Regno Unito, i bambini di colore hanno maggiori probabilità di essere assistiti e meno probabilità di essere adottati legalmente. E là dove l'etnia si interseca con il genere, le donne di colore saranno più svantaggiate, ha aggiunto.

La relatrice ha evidenziato la complessità della situazione ma anche il fatto che un sistema economico basato sulla schiavitù che si è evoluto e continua a evolversi in un particolare tipo di capitalismo è una causa primaria di disuguaglianze e ingiustizie. “Il Regno Unito non è assolutamente irreprensibile in queste questioni” ha precisato “Ad esempio, è straordinario scoprire che è stato solo nel 2015 che il governo britannico ha terminato di pagare un risarcimento ai proprietari di schiavi, e con i soldi dei contribuenti che sono essi stessi discendenti delle vittime”.

A che punto è la Chiesa su questi temi e altri simili? 
È importante che la Chiesa cristiana confessi la sua profonda complicità nella tratta degli schiavi nei secoli passati. "La Chiesa non era solo attivamente coinvolta e impegnata nel classificare i neri africani come subumani" ha ricordato Mukwashi "Ha anche fornito una logica e ha dato il permesso alle persone di schiavizzarli". La Chiesa cristiana ha lentamente cambiato la sua visione, ma c'è ancora molto da fare per quanto riguarda il rimediare.

“Quando si tratta di sviluppare dignità, amore, giustizia e uguaglianza nel mondo, la Chiesa continua a fare molto per sostenere lo status quo… Le sue stesse strutture replicano strutture di potere e strutture finanziarie che sono poco diverse dalle loro controparti secolari. La Chiesa opera ancora con strutture di potere gerarchiche dominate dagli uomini. Investe ancora i soldi dei fedeli in imprese che utilizzano grandi quantità di combustibili fossili”.

Mukwashi ha raccontato di essere entrata a far parte della denominazione avventista mentre era all'università, soprattutto perché colpita dalla sua comprensione della vita umana in senso olistico. Ma, ha osservato, "gli avventisti non guardano in modo olistico al business della produzione e del consumo". Se il ruolo della Chiesa avventista è quello di restituire dignità all’intera vita umana, non può continuare così com'è, secondo la relatrice, “deve raddoppiare il suo impegno a favore dei poveri, deve lavorare per economie più verdi, deve crescere verso una vera parità di genere. Queste questioni sono tutte intrecciate: riguardano la giustizia. La Chiesa deve occuparsi di tali questioni”.

La povertà distrugge la dignità 
Soprattutto, ha invitato Mukwashi, come individui possiamo essere modelli di inclusività, persone veloci ad accogliere e lente ad escludere. Dio ci ha nobilitati, quindi dobbiamo portare dignità agli altri. E la povertà è uno dei maggiori distruttori della dignità. Molte delle cause della disuguaglianza e della povertà sono al di là della portata degli individui, ma Mukwashi ha consigliato di impegnarsi a livello locale. Ecco le idee da lei proposte: possiamo aumentare le nostre donazioni di beneficenza; possiamo scrivere ai nostri parlamentari; possiamo continuare ad andare in chiesa per mantenere vivo il senso della dignità dell'individuo; possiamo parlare più di quanto facciamo di povertà, dignità e uguaglianza dal pulpito e nei gruppi di studio biblico pur essendo apartitici; possiamo rivedere il modo in cui spendiamo come famiglie e come chiesa; possiamo sostenere quei gruppi che fanno pressione per una maggiore giustizia sociale nel mondo.

Conclusione 
Al termine dell’incontro, Mukwashi ha lasciato il pubblico online con una serie di domande stimolanti per la Chiesa universale, e quella avventista in particolare. Come si relazionerebbe Gesù con il modo in cui investiamo e in ciò che investiamo? Stiamo usando il potere e l'influenza che abbiamo per cambiare le cose? Qual è il ruolo della Chiesa nel restituire sacralità alla vita umana? Se la Chiesa tace su questi temi, allora qual è il suo ruolo? Parliamo di redenzione, amore e compassione, ma il mondo vive l’amore e la compassione attraverso di noi?

Alla domanda iniziale: "La povertà ha un colore?". La risposta è sì, è nero e marrone. La Chiesa si occupa di "restituire dignità, uguaglianza e giustizia a tutti? Sì, ma ha dei "punti ciechi"; dobbiamo essere più chiari possibile su quali potrebbero essere queste mancanze.
“Se continuiamo ad ascoltare la voce di Amanda Khozi Mukwashi e di altri come lei, forse la nostra vista migliorerà!” concludono i Pearson.
(LF)

Clicca qui per guardare il video della conferenza sulla pagina Facebook del Newbold College. 

 

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