Cynthia Hurtado-Müller – Secondo le ultime ricerche, entro il 2050 ci saranno circa 152 milioni di persone ammalate di Alzheimer nel mondo. Purtroppo, a oggi non esistono farmaci che abbiano un impatto positivo sostanziale sulla prevenzione o sull'inversione di questa malattia neurodegenerativa. Tuttavia, le prove scientifiche dimostrano che concentrarsi sul mantenimento di un buon stile di vita ha un effetto benefico sulle prestazioni cognitive complessive.

Stile di vita e spiritualità
Sapevi che lo stile di vita non implica solo le decisioni e le abitudini che acquisiamo sulla dieta, il sonno e l’esercizio fisico? Implica anche il nostro modo di vivere (personale o di gruppo), il modo in cui trascorriamo il tempo libero, le abitudini alimentari, le abitudini igieniche, le strategie che mettiamo in pratica per affrontare lo stress. Ma anche il tipo di relazioni sociali che sviluppiamo. Perciò, chi di noi studia il cervello ed è specialista in materia, ritiene che l'abitudine alla preghiera faccia parte di questo tutto.

Un nuovo studio pubblicato quest'anno è arrivato alla conclusione che una pratica di preghiera o meditazione di almeno dodici minuti è associata alla riduzione di molteplici fattori di rischio per l'Alzheimer. Secondo questi scienziati della Thomas Jefferson University, negli Stati Uniti, “il punto chiave della ricerca è la constatazione che, se voglio vivere un sano processo di longevità cerebrale, devo includere pratiche spirituali come la preghiera, così da aiutare a prevenire malattie come l'Alzheimer. Ci auguriamo che questo articolo ispiri scienziati, medici e pazienti ad abbracciare questo nuovo concetto di atteggiamento spirituale e lo renda parte di ogni programma per la prevenzione di qualsiasi malattia neurodegenerativa".[1]

I benefici della preghiera 
È stato anche scoperto che l'abitudine alla preghiera aumenta il flusso sanguigno nelle aree del cervello coinvolte nella cognizione e nella regolazione emotiva, oltre ad aumentare il volume della materia grigia, che può rallentare l'invecchiamento cerebrale.

Gli scienziati sono così stupiti dai risultati associati alla preghiera che di recente è stata sviluppata una nuova branca di studio chiamata neuroteologia!

Tuttavia, per noi cristiani, questa non è una novità. Sappiamo che la dimensione spirituale dell'essere umano è importante quanto il resto delle dimensioni o aree che compongono la vita di ogni individuo. Inoltre, il suo sviluppo ha un impatto diretto sul modo in cui vediamo la vita, sui nostri livelli di stress, sulla nostra capacità di resilienza, sulla nostra qualità del sonno, ecc.

Voglio concludere ricordando le parole di Ellen G. White sulla preghiera, parole che sono risuonate nella vita di centinaia di migliaia di persone e che ci esortano a godere ogni giorno di questa abitudine: 
“Fate in modo che la prima preoccupazione della giornata sia quella di consacrarvi a Dio, pregando così: ‘Signore, voglio appartenere completamente a te! Affido a te tutti i miei progetti. Serviti di me oggi, vivi in me e fa che io agisca sempre secondo la tua volontà’. È un dovere quotidiano consacrare a Dio ogni mattina la vostra giornata. Sottoponetegli i vostri progetti, pronti a realizzarli o ad abbandonarli secondo la sua volontà. In questo modo giorno dopo giorno offrirete la vostra vita a Dio, che la trasformerà rendendola simile a quella del Cristo” – La via migliore, p. 71.

Alla fine, il tuo cervello ti ringrazierà.

Nota 
[1] D. Khalsa y A. Newberg, “Spiritual Fitness: A New Dimension in Alzheimer’s Disease Prevention”, (2021), pp. 505–519.

(Cynthia Hurtado-Müller è laureata in psicologia con master in psicopatologia e neuropsicologia, è la fondatrice della piattaforma Neurofy (@neurofyok) ed è docente presso l’Universidad Adventista de Chile).

[Fonte: revista.adventista.es/. Traduzione: L. Ferrara]

 

 

 

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