25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. La ricorrenza si situa in un periodo particolarmente cruento per la vita delle donne, segnato dall’aumento dei femminicidi e delle violenze tra le mura di casa. L’Osservatorio interreligioso sulle violenze contro le donne (OIVD), fondato nel marzo 2019 da donne di diverse confessioni religiose, chiede attenzione su una forma di violenza che coinvolge permanentemente le donne: la prostituzione. 

Oggetto dell’attuale dibattito tra chi chiede l’eliminazione della legge Merlin, e quindi la riapertura delle cosiddette case di tolleranza, e chi sostiene l’introduzione del “modello nordico” che per estirpare il fenomeno punisce i clienti, la prostituzione è una violenza sessuale, psicologica, fisica, nonché simbolica contro le donne e riguarda donne e uomini. Così testimoniano le donne sopravvissute alla prostituzione che hanno fatto luce e riportato il problema al centro del dibattito, raccontando l’orrore della loro esperienza e affermando che la prostituzione non è il mestiere più vecchio del mondo bensì uno “stupro a pagamento”.

Fino a quando ci sembrerà “normale” o “inevitabile” l’accesso maschile ai corpi delle donne dietro pagamento di una somma di denaro, continuerà ad essere possibile ogni tipo di sopraffazione nelle relazioni tra uomini e donne. Il mercato prostitutivo si basa su questa deformazione patriarcale neoliberista dell’idea di libertà. Si tratta quindi di un tema fondante per la libertà femminile, per la dignità delle donne e degli uomini e per la trasformazione della relazione tra i sessi (estratto da un comunicato dell' Osservatorio interreligioso sulle violenze contro le donne, OIVD).  

Ne abbiamo parlato con Adelina, una "sopravvissuta" alla prostituzione, che ci parla anche del suo speciale rapporto con le Forze dell'Ordine, di violenza domestica e del suo ultimo libro dedicato proprio ai suoi "Angeli in divisa". 

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