NA - Notizie AvventisteFrancesco Zenzale – Festeggiare il Signore con gioia è uno degli aspetti più rilevanti dell’esperienza cristiana. Un cristianesimo caratterizzato dalla tristezza, dove i fedeli sono spesso infelici e lagnosi, suggerisce un falso concetto di Dio e della loro esperienza spirituale.

La vita quotidiana del popolo d’Israele, oltre il sabato, contemplava diversi periodi di festività. Questi erano vissuti con sentimento di perdono, ma soprattutto nell’esultanza ricordando le grandi cose che Dio aveva compiuto in favore del popolo. Rammentiamo la Pasqua, la Festa della mietitura (Pentecoste), quella delle trombe (il giorno del ricordo), dell’espiazione e del raccolto, ecc. Festività legate a eventi che hanno segnato indelebilmente la storia d’Israele.

Anche nell’ambito del cristianesimo troviamo delle ricorrenze connesse a eventi biblici. Ad esempio, il Natale, anche non si conosce la data esatta della nascita di Gesù e il suo significato spirituale ed esistenziale, è stato defraudato dalla dinamica consumistica. Così anche la Pasqua, in ricordo della risurrezione di Cristo. Però, la stragrande maggioranza delle feste religiose nazionali e locali non hanno alcuna attinenza con il Vangelo. La festa di “ogni santi” del primo novembre o la festa del santo patrono di un determinato paese. La festa della Madonna assunta del 15 agosto, ecc… Anche la Quaresima fa parte di queste festività, di cui non troviamo tracce nelle Sacre Scritture. Come le altre festività fruisce dalla pietà popolare che è intrisa di reminiscenze pagane.

Breve excursus storico

La Quaresima è un periodo di quaranta giorni dell’anno liturgico della Chiesa cattolica, vissuto nella penitenza come preparazione all’evento pasquale. Essa è preceduta dal carnevale, festa popolare caratterizzata dal divertimento, dalla satira, dallo scherzo, fino a spingersi alla licenziosità. …

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