Marcos Paseggi – Non lontano dal brusio dei corridoi affollati da delegati loquaci e dalle loro famiglie e amici, una porta conduce a quella che è forse la sala più importante dell'America's Center Convention Complex a St. Louis, in Missouri (Stati Uniti). Conosciuta come la Stanza delle Preghiere, è un appuntamento fisso nelle Assemblee Mondiali e in altri eventi della Chiesa in tutto il mondo.

Nella quiete di questa stanza, le persone possono fermarsi in qualsiasi momento, dalle 9.00 alle 18.00, per tutto il tempo che vogliono, per riflettere sulla Parola di Dio e pregare. L'idea è semplice: riunirsi per lodare il Signore, chiedere perdono e presentare richieste personali o in gruppo, spiegano i responsabili dei Ministeri della preghiera. All'esterno, volontari sorridenti, provenienti da varie parti del mondo, accolgono coloro che vengono a cercare il Signore. Dentro, al centro della stanza, Gem Castor coordina decine di persone che, riunite in cerchio intorno a lui, si inginocchiano sui cuscini e parlano con Dio, certi di essere ascoltati. Pronunciano frasi brevi e semplici. 
“Ti lodo, Dio, perché sei mio amico” prega una donna. 
“Perdonaci perché siamo addormentati; risvegliaci, Signore”, aggiunge un’altra. 
“Aiutaci ad essere più vicini a te in ogni momento” chiede a Dio una persona anziana. 
“Padre, insegnaci a pregare”, implora un uomo.

In un angolo c'è una sezione dedicata alla preghiera privata, che alcune persone occupano in ginocchio. I loro occhi sono chiusi e le loro dolci parole di supplica si sentono a malapena a un metro di distanza. Sul retro è appesa la mappa di preghiera del progetto evangelistico “Missione nelle grandi città. Invita ogni avventista a pregare per le oltre 600 città del mondo con più di un milione di abitanti. Linee colorate collegano le città, come in una cartina della metropolitana. Ogni persona può prendere una copia pieghevole della mappa o stampare delle copie per le chiese o le scuole locali.

La Stanza delle Preghiere comprende anche una sezione che invita i visitatori a pregare per vari gruppi di persone, tra cui musulmani, buddisti e indù. Invita anche a pregare per i rifugiati e gli immigrati. È guidata da Jobson Dornelles Santos, docente di Bibbia presso l'Università avventista brasiliana e direttore-fondatore di wepray.org. L'app, lanciata all’Assemblea Mondiale del 2015, invita le persone a inviare le loro richieste o a pregare per altre persone. Da quando è nata ha ricevuto più di 44.000 richieste di preghiera.

Ci sono anche momenti di riflessione, guidati a turno da vari membri del personale dei Ministeri della Preghiera (MdP). "Il nostro problema è che non trascorriamo abbastanza tempo con Dio" dice Castor al gruppo.

Melody Mason, coordinatrice dei MdP, è d’accordo. “Veniamo qui per riflettere sulla Bibbia, pregare con la Bibbia e chiedere l’aiuto di Dio affinché possiamo renderla applicabile nella nostra vita. Diamo a Dio la nostra lode, la nostra confessione e le nostre suppliche” dice “È una combinazione di preghiera ed entrare nella Parola, e anche offrire alle persone ciò che possono portare alle proprie chiese”.

Al centro della stanza, Castor continua a parlare con i presenti. Spiega che alcune persone gli dicono di non avere il talento per pregare. “Ma la preghiera non è un talento” sottolinea “È un appello disperato a Dio. In effetti, anche il mandato di andare a predicare il vangelo non sarà compiuto se prima non trascorriamo del tempo con Dio in preghiera. Ma se lo faremo, diventeremo inarrestabili”.

[Fonte: Adventist Review. Traduzione: L. Ferrara]

 

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