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Nel corso della diretta RVS del 30 settembre Claudio Coppini e Roberto Vacca intervistano il giornalista e scrittore Nicola Coccia a proposito del suo ultimo libro dal titolo: “Vita del confinato Luigi Spacal che davanti alla morte diventò pittore” (ed. Ets).
Il libro racconta il dramma di un uomo, anzi il dramma di un popolo che Mussolini vuole annientare cancellandone la cultura, le tradizioni, la lingua. Luigi Spacal, triestino, con genitori sloveni, viene arrestato per cospirazione nei confronti dello Stato e condannato al confino ad Accettura, sulla montagna materana, dove trova lavoro da un falegname. Il paese, circondato da boschi e foreste, si ripopola solo per il matrimonio fra due alberi, un rito millenario, sacro e profano, durante il quale l’uomo celebra la natura. Il primo che documenta la festa, quasi cento anni fa, è proprio Spacal. Ed è ad Accettura che l’antifascista davanti alla morte di una bambina scopre la sua vocazione pittorica. Le vicende di questo triestino, aspro e amaro come il suo Carso, è un viaggio negli strumenti di oppressione del fascismo che vuole cassare un’intera comunità e che Spacal continua a tenere in vita dipingendola ogni giorno e diventando uno dei più grandi, se non il più grande pittore della sua terra. La storia di Spacal racconta la vita di molti uomini. Per questo la sua storia diventa la testimonianza di un’epoca.