Bibbia2Nota della redazione: si parla spesso di questo tipo di esperienze anche alla radio, in televisione, sui social. Proponiamo l’inizio di uno studio che il lettore potrà continuare a leggere e scaricare per intero seguendo le indicazioni in fondo alla pagina.

 

Francesco Zenzale/Luigi Caratelli – Una delle più indicative affermazioni riguardanti Dio è stata pronunciata da Gesù nei confronti di chi aveva serie difficoltà a credere nella risurrezione dei morti: “Egli non è un Dio di morti, ma di viventi” (Mc 12: 27; cfr. Mt 22:32; Lc 20:38). Una dichiarazione che indubbiamente ha fatto molto discutere gli scettici al tempo di Gesù e degli apostoli (cfr. At 17: 28-32) come anche gli sfiduciati del nostro tempo. Com’è possibile che dalla polvere fluisca la vita?

 

“Agli uomini questo è impossibile; ma a Dio ogni cosa è possibile” (Mt 19:25-26).

 

Questo insegnamento concernente Dio, che è vita (cfr. Gv 14:6), forse è stato oggetto di seri malintesi riguardo alla morte. Infatti, finanche dei credenti, poco dimestichi con la Parola di Dio, del suo insegnamento circa lo stato dei morti e la risurrezione, credono nella vita oltre alla vita, evidenziando che la morte sia semplicemente un movimento ineluttabile per accedere a una dimensione paradisiaca, tipica dei famosi “campi elisi” o il giardino delle delizie.

 

Questo pensiero si presuppone sia sostenuto da testimonianze di uomini e donne che, creduti morti, sono tornati a vivere, raccontando di essere stati avvolti da una luce o addirittura di essere entrati in contatto con entità celestiali.

 

Le esperienze ai confini della morte, note anche come NDE (sigla dell’espressione inglese Near Death Experience), sono fenomeni descritti in genere da persone che hanno ripreso le funzioni vitali dopo essere state dichiarate “clinicamente morte” o “prossime alla morte”. Queste, una volta risvegliate o “tornate in vita”, sostengono che durante la loro “irreversibilità clinica” hanno continuato ad avere la percezione di se stesse, di ciò che stava accadendo intorno a loro e di aver vissuto l’esperienza del “tunnel della luce”.

 

La percezione di se stessi, in un contesto extra corporeo, fluisce dall’idea dell’immortalità dell’anima. Un insegnamento, questo, che deriva dal concetto dualistico classico della natura umana e che ha enormi implicazioni dottrinali…
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Per saperne di più: assistenza@avventisti.it

 

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