Il denaro può essere una benedizione o una maledizione. Sta a noi decidere.

Gleice Barros – La Bibbia racconta che un giorno un giovane interrogò Gesù su cosa avrebbe dovuto fare per avere la vita eterna. Troviamo la risposta nel Vangelo di Matteo: “Se vuoi essere perfetto, va’, vendi ciò che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro nei cieli; poi, vieni e seguimi” (Mt 19:21). Molti usano questo discorso di Gesù per dire che il denaro è qualcosa di cattivo, di dannoso, un male di cui dobbiamo liberarci per purificarci.

Ma se lo scopo del Maestro fosse stato quello di condannare la ricchezza, come potremmo conciliare questo con il fatto che la Bibbia stessa menziona la ricchezza di uomini buoni come Abramo, Giacobbe, Giobbe, Salomone e tanti altri, senza che Dio li rimproveri per i loro beni? Forse una semplice moneta ci aiuterà a rispondere.

Le monete hanno due facce. Se da un lato il denaro è una benedizione nella nostra vita, dall’altro può diventare una maledizione. L’uso improprio di tutto ciò che è buono distorce il suo scopo e può portare cattive conseguenze. Quando Dio ci ha creato ci ha provvisto di tutto ciò di cui avevamo bisogno; ci ha dato un corpo, ci ha soffiato il respiro della vita, ci ha dato doni, tempo e risorse. Ognuno di questi doni può portarci grande gioia o immensa delusione, dipende da come lo usiamo. Quando si tratta di soldi, dobbiamo capire “entrambi i lati della medaglia” per scegliere bene tra loro.

Ovunque sia il tuo tesoro… 
Diamo uno sguardo più da vicino al testo di Matteo 19:21. Perché Gesù chiese al giovane ricco di donare tutti i suoi averi ai poveri? E se Dio avesse dato lo stesso comando al suo servo Abramo, questi gli avrebbe voltato le spalle in segno di rifiuto? Ebbene, se il “padre della fede” è stato disposto a sacrificare il suo tesoro più grande, suo figlio Isacco, non avrebbe di certo esitato a donare le proprie ricchezze materiali, se glielo avessero chiesto. E che dire di Giobbe? Il Signore stesso lo definiva uomo integro, retto, timorato di Dio, che si allontanava dal male. Riuscite a immaginare Giobbe resistere a una richiesta divina?

Osservando la vita di questi due uomini, vediamo chiaramente che nei loro cuori regnava Dio, non le ricchezze. Il giovane ricco chiese cosa doveva fare per avere la vita eterna; per lui la salvezza era qualcosa da ottenere compiendo opere buone, ma Gesù gli mostrò che il criterio per riceverla è amare Dio sopra ogni cosa. Denaro e ricchezza possono diventare idoli nella nostra vita, ci insegna questa storia, ed è così che diventano maledizioni.

Ellen G. White (scrittrice cristiana e co-fondatrice della Chiesa avventista, ndt) ci ricorda che “la Bibbia non condanna nessuno perché è ricco, se ha acquisito onestamente le proprie ricchezze. Non il denaro, ma l’amore per il denaro è la radice di tutti i mali. È Dio che dà agli uomini il potere di acquisire le ricchezze; e nelle mani di colui che agisce come amministratore di Dio, che impiega in modo altruistico i suoi beni, esse diventano una benedizione, sia per il possessore che per il mondo. Ma molti, assorbiti dal loro interesse per i tesori del mondo, diventano insensibili ai richiami di Dio e ai bisogni dei loro simili. Considerano la loro ricchezza un mezzo per glorificare se stessi” – The Science of the Good Life, p. 81.

Se usato egoisticamente, il denaro può diventare la trappola di Satana per distruggere la nostra vita. Aggrapparci ai soldi può farci perdere di vista le cose che contano davvero, come la famiglia, la salute e la salvezza. Ecco perché Gesù ci ha avvertito più volte di questo pericolo. “Ma guai a voi, ricchi” (Luca 6:24); “Non potete servire Dio e il denaro” (Luca 16:13 Tilc); “Non accumulate tesori sulla terra” (Matteo 6:19); “State attenti e guardatevi da ogni avarizia” (Luca 12:15).

È interessante notare che questo pericolo non è limitato alle persone che hanno molti beni, poiché il campo di battaglia è il cuore. Sia i ricchi sia i poveri devono combattere contro l’egoismo e l’avidità. La buona notizia è che Dio, nel suo amore infinito, ha fornito dei mezzi per liberarci da questi sentimenti e comportamenti distruttivi. Quando seguiamo le indicazioni divine, il denaro è una benedizione nella nostra vita.

… lì sarà anche il tuo cuore 
Il riformatore Martin Lutero diceva che “sono necessarie tre conversioni: quella del cuore, quella della mente e quella della borsa”. Ogni vera conversione è il frutto dell’opera di Dio nel cuore del peccatore, e non sarebbe diverso per quel che riguarda il denaro. Quindi, uno dei mezzi che il Signore ci ha fornito per liberarci dall’egoismo e dall’avidità è l’atto di donare. Notiamo cosa dice Ellen G. White a questo proposito:

“Molti disprezzano il fare economia e lo confondono con l’avidità e la meschinità. Economizzare, tuttavia, è in armonia con la più ampia liberalità. In verità, senza economia non può esserci vera liberalità. Dobbiamo risparmiare per poter dare. Nessuno può esercitare la vera beneficenza senza il sacrificio di sé. Solo attraverso una vita fatta di semplicità, abnegazione e rigorosa economia ci è possibile svolgere l’opera che ci è stata affidata in quanto rappresentanti di Cristo. L’orgoglio e l’ambizione mondani devono essere banditi dai nostri cuori. In tutto il nostro lavoro dobbiamo sviluppare il principio di altruismo rivelato nella vita di Cristo” – The Science of the Good Life, p. 77.

Sì, risparmiare solo per accumulare risorse per noi stessi è segno di egoismo e avidità. D’altra parte, risparmiare per aiutare gli altri e contribuire al progresso della predicazione del vangelo vuol dire accumulare tesori in cielo (cfr. Matteo 6:19). Questa è anche l’essenza della decima e delle donazioni. Attraverso questo principio, Dio ci libera dalla tirannia dell’individualismo.

Testa o croce? 
La lezione che traiamo quindi è che il denaro non è di per sé una benedizione o una maledizione; siamo noi a definirlo dal modo in cui lo guadagniamo, lo usiamo e dal posto che gli diamo nel nostro cuore. Il filosofo Francesco Bacone ha ben osservato che “il denaro è un grande servitore, ma un cattivo padrone”. E nel ripercorrere l’intera storia dell’umanità, quanta miseria e sofferenza vediamo scaturire dall’amore per la ricchezza! Corruzione, famiglie distrutte, persone stressate, malate e persino che tentano di togliersi la vita, tutto a causa della ricerca sfrenata di beni e possedimenti. Quindi, vi invito a fare la seguente riflessione: “Quale lato della medaglia ho scelto?”.

(Gleice Barros ha un master in Amministrazione. Questo articolo è stato pubblicato nella Revista Afam, gennaio-marzo 2021. Traduzione: L.Ferrara)

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