La parola “lievito” fa subito venire in mente a volte vari aspetti negativi; uno di questi, per esempio, il “lievito dei Farisei” peraltro nominato dallo stesso Gesù per indicare l’insegnamento e l’ipocrisia che distingueva questo gruppo di religiosi. Come si concilia nella parabola il lievito con il regno di Dio? Un’altra traduzione della stessa parabola in un italiano più attuale e meno letterario, dice che il “lievito” lavora di nascosto finché non ha reso la pasta gonfia e leggera”. Cosa potrebbe rappresentare questa “leggerezza” del Regno di Dio?

Quali sono le differenze fra il lievito del male e il lievito del Regno di Dio?

Mario Calvagno e Carmen Zammataro intervistano il prof. Saverio Scuccimarri, pastore, decano della Facoltà Avventista di Teologia e direttore della redazione religiosa della Casa editrice ADV.

Condividi

Articoli recenti