In questo numero di “A tu per tu”, Roberto Vacca intervista Ismaele La Vardera, giornalista, inviato di Open Space (Italia 1) e di Telejato. Mercoledì 15 ottobre 2014 è andato in onda su Le Iene un servizio dal titolo “un ventunenne contro l’omerta’ politica” in cui un aspirante giovane giornalista siciliano denunciava dei brogli elettorali avvenuti durante le ultime elezioni comunali di Villabate, comune alle porte di Palermo. Lo faceva mandando in onda una dichiarazione rubata al consigliere comunale di turno, registrata di nascosto grazie al telefonino sempre acceso. Quel giovane e’ Ismaele La Vardera -collaboratore della piu’ piccola emittente televisiva d’Italia, la Telejato di Pino Maniaci, avamposto del giornalismo di frontiera. In quanto presidente dell’Associazione Nazionale Verita’ Scomode, Ismaele si rivolge spesso ai giovani nelle scuole di tutta Italia sottolineando l’importanza che i giovani non si rassegnino ma prendano in mano il loro futuro, non voltandosi dall’altra parte di fronte alle situazioni di illegalita’ molto diffuse nel nostro Paese. Ismaele e’ membro di una chiesa evangelica del suo paese natale, Villabate, un Comune alle porte di Palermo e in questa intervista sottolinea l’importanaza che tutti i cristiani facciano della legalita’ un aspetto integrante della loro esperienza di fede, con coraggio e determinazione, a partire dalle piccole cose. E’ questo infatti uno dei cardini del suo recente libro dal titolo Le piccole cose fanno la differenza. Il silenzio è dolo, Navarra Editore. In questo libro racconta cosa e’ accaduto prima e dopo il servizio de Le Iene. Di come un’azione che dovrebbe essere ordinaria – il rispetto della legalita’ e la denuncia del malaffare – diventa nella nostra societa’ una cosa straordinaria, ma, nello stesso tempo, puo’ tramutarsi in esempio e stimolo per i giovani. Le piccole cose fanno la differenza – ripete spesso Ismaele – e quando le piccole cose sono alla base della cultura della legalita’, ogni tipo di illegalita’ stenterà a crescere. L’intervista di Roberto Vacca prende spunto da un servizio di Ismaele Di Maggio presente nel numero di gennaio 2016 del Messaggero Avventista

Ismaele La Vardera

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