Negli anni ’80, il missionario canadese Richardson ha pubblicato un libro che si basa su due affermazioni bibliche: Dio ha posto l’idea dell’eternità nel cuore di ogni persona (Ecclesiaste 3:11) e non ha lasciato se stesso privo di testimonianza (Atti 14:17)
Laurentiu Nistor – Nato in Canada nel 1935, Don Richardson è stato un missionario che ha portato avanti con fervore lo spirito di rinnovamento dei grandi missionari. Dopo aver studiato al Prairie Bible Institute e al Summer Institute of Linguistics (Wycliffe), insieme alla moglie ha operato per 15 anni come missionario tra i Sawi della Papua Nuova Guinea, traducendo la Bibbia nella loro lingua. I suoi libri, Il figlio della pace e I signori della terra, sono diventati punto di riferimento per i missionari cristiani contemporanei.
Nel volume L’eternità nei loro cuori,[1] Richardson si basa su due affermazioni bibliche: Dio ha posto l’idea dell’eternità nel cuore di ogni persona (Ecclesiaste 3:11) e non ha lasciato se stesso privo di testimonianza (Atti 14:17).
L’idea generale del libro è che Dio non è uno spettatore indifferente della storia umana, ma è presente e partecipa attivamente a essa e alla cultura di tutti i popoli del mondo. Richardson sostiene la sua tesi esaminando due tracce dell’Apocalisse: quella generale, chiamata “fattore Melchisedec”, e quella speciale, definita “fattore Abramo”.
Il “fattore Melchisedec” è esplorato attraverso le storie e le leggende di 25 tribù e gruppi di persone di tutto il mondo e di tutta la storia, dai Greci ai Cananei, agli Inca, alle tribù dell’India, della Cina, della Corea, della Birmania e di altre ancora. Per il lettore cristiano è affascinante il modo in cui ciascuna di queste tribù ha intessuto profondamente nella propria cultura e nella propria visione del mondo elementi che sono sorprendentemente simili a quelli della narrazione biblica nei primi 11 capitoli del libro della Genesi.
Nella seconda parte, con la presentazione del “fattore Abramo”, Richardson comincia con la scelta di Dio di Abramo e dei suoi discendenti (Genesi 12:1-3) secondo il piano divino di salvezza dell’umanità. Successivamente, l’autore presenta le affermazioni veterotestamentarie di questa visione e riassume la storia d’Israele. A questo proposito, si osserva la resistenza etnocentrica al piano divino, ma anche le profezie che affermavano il carattere universale del piano della salvezza.
Questa apertura al mondo si sarebbe rivelata in Gesù e poi con gli apostoli che hanno abbracciato la prospettiva divina e la missione mondiale, portando avanti il progetto di Dio per Abramo, volto a benedire tutte le famiglie della terra.
L’impronta missionaria del libro è intensa e di ispirazione: la sua lettura dimostra che il mondo è già pronto per il vangelo e che esso è stato concepito per essere condiviso con il mondo. Oltre alla straordinaria testimonianza della missione cristiana, il testo presenta solide argomentazioni per la concezione monoteistica originaria, implicite contro-argomentazioni alla cultura del Darwinismo e, allo stesso tempo, offre implicitamente tesi antropologiche e linguistiche sulla validità della visione biblica del mondo e della vita.
Nota
[1] D. Richardson, titolo originale Eternity in Their Hearts, Bethany House Publishers, 2006 [prima uscita del libro nel 1980 ndr; in Italia è stato pubblicato da Editrice Uomini Nuovi].
[Fonte: st.network. Traduzione: V. Addazio]