Amnesty International ha pubblicato il rapporto dal titolo La Libia è piena di crudeltà. Storie di sequestri, violenza sessuale e abusi contro i migranti e rifugiati. Descrive l’orrore e la sofferenza dei migranti e dei rifugiati, molti dei quali sono spinti a rischiare le loro vite in pericolosi viaggi in mare, nel disperato tentativo di trovare salvezza in Europa.

Perché in questi anni la Libia è man mano diventata il punto di riferimento privilegiato di così tante persone disperate?

Quali sono le dinamiche di questi orribili abusi e violenze e da chi vengono perpetrati?

I migranti e i rifugiati di religione cristiana sono particolarmente in pericolo di subire violenze da parte di quei gruppi armati che intendono applicare la loro interpretazione della legge islamica. Cosa accade in questi casi?

Da alcune settimane sono stati indicati i piani politico-militari che eventualmente verrebbero utilizzati per bloccare gli scafisti. È una strada praticabile secondo Amnesty? Sarebbe veramente risolutiva?

L’Alto Rappresentante per la politica estera Federica Mogherini, si è rivolta all’Onu per illustrare le misure che l’Ue intende assumere per fermare l’emergenza immigrazione. Un problema, ha detto la Mogherini, che “non è solo umanitario, ma anche di sicurezza” e che l’Europa non può risolvere da sola. Inoltre il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sottolineato che nella gestione dei flussi è prioritario “salvare vite umane” e “combattere i trafficanti”. Sulla Libia in particolare ha detto: “ci aspettiamo una risoluzione Onu”.

Amnesty afferma che l’Europa deve proteggere le vite e i diritti lungo i suoi confini. Attraverso un apposito appello chiede al nostro presidente del Consiglio dei ministri che le persone vengano prima delle frontiere. In che modo questo può diventare realtà?

Mario Calvagno, caporedattore, e Carmen Zammataro, redattrice di RVS Roma, intervistano Gianni Rufini, direttore della sezione italiana di Amnesty International.

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