In tempi di Covid-19 lo smart working entra nell’ambito delle misure adottate dal Governo per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica come da decreto emanato dal Presidente del Consiglio dei ministri.

Il professore De Masi è stato un apripista del telelavoro, fondando molti anni fa la Società Italiana Telelavoro, per la diffusione dello smart working e la sua regolamentazione sindacale. Questa modalità lavorativa però fino a oggi non aveva riscosso un grande successo. Ci voleva il coronavirus per farlo emergere? Come mai tanta diffidenza da parte delle aziende? I datori di lavoro si preoccupano di avere il “controllo” sui dipendenti e non danno importanza ai risultati? Se l’opportunità dello smart working fosse stata colta almeno trenta anni fa, la società di oggi sarebbe diversa? Ci sarà uno smart working post coronavirus?

Intervista di Mario Calvagno al prof. Domenico De Masi, professore emerito di Sociologia del lavoro presso l’Università “Sapienza” di Roma, dove è stato preside della facoltà di Scienze della comunicazione.

Il prof. Domenico De Masi nella foto di Niccolò Caranti, Wikipedia

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