Un ragazzino di 14 anni perde la vita per un gioco inseguito in Rete. I genitori lanciano un appello. Parole dettate da un amore struggente, da una stretta al cuore per il dolore più grande: la perdita di un figlio. “Fate il più possibile per far capire ai vostri figli che possono sempre parlare con voi, qualunque stronzata venga loro in mente di fare devono trovare in voi una sponda, una guida che li aiuti a capire. Noi pensiamo di averlo sempre fatto con Igor, eppure non è bastato. Quindi cercate di fare ancora di più, tutti i ragazzi sono accompagnati dal senso di onnipotenza che, se da una parte permette di affrontare il mondo, dall’altra può essere fatale”. Parole nitide come le montagne scalate da Igor. Via maestra per il senso del limite, ma anche vita, amore e coraggio. Igor la seguiva con la guida dei genitori. Ma chi è davvero in grado, di guidare i ragazzi, attraverso lo tsunami dell’adolescenza nell’era digitale?

Così inizia l’editorale di Paolo Giacomin dal titolo “Lo tsunami dei figli” su La Nazione del 14 settembre 2018. Igor Maj si è ucciso probabilmente dopo aver guardato un video sul “blackout game”, una sfida che prevede l’autosoffocamento.
Roberto Vacca e Claudio Coppini con lo psicologo e psicoterapeuta Giuseppe Tomai hanno preso spunto da questa triste vicenda per interrogarsi brevemente sul ruolo dei genitori di fronte allo “tsunami dell’adolescenza” nell’era digitale.

(foto di Igor Maj, 14 anni, tratta dal sito ilgiorno.it del 13 settembre 2018)

Condividi

Articoli recenti