L’ultimo servizio
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Michele Abiusi – Durante l’ultima cena pasquale condivisa da Gesù con i suoi discepoli, avvenne un fatto che sorprese non poco i presenti. Era abitudine, all’epoca, che, entrando in una casa, gli ospiti fossero ricevuti con un gesto di rispetto: quello di lavar loro i piedi. Dopotutto, le strade erano polverose e quando le persone non camminavano a piedi nudi usavano i sandali. Quindi, lavare i piedi era un gesto dovuto prima di mettersi a tavola o meglio prima di sdraiarsi sulle stuoie o i tappeti dove mangiare insieme. Erano i servi che in genere compivano questo servizio.
Quella sera di Pasqua tutto era pronto nella camera che ospitava Gesù e il suo gruppo: il pane azzimo, la coppa e la brocca con il vino, l’agnello arrosto, le erbe amare. E in un angolo della stanza vi era la bacinella con l’acqua, in attesa di un servo che però non si faceva avanti.
Allora Gesù prese l’iniziativa: “si alzò da tavola, depose le sue vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse. Poi mise dell'acqua in una bacinella, e cominciò a lavare i piedi ai discepoli, e ad asciugarli con l'asciugatoio del quale era cinto” (Giovanni 13:4,5).
Il gesto di Gesù sorprese i presenti e Pietro ebbe la forza di opporsi. Tra i due ci fu uno scambio di parole: “Si avvicinò dunque a Simon Pietro, il quale gli disse: ‘Tu, Signore, lavare i piedi a me?’. Gesù gli rispose: ‘Tu non sai ora quello che io faccio, ma lo capirai dopo’. Pietro gli disse: ‘Non mi laverai mai i piedi!’. Gesù gli rispose: ‘Se non ti lavo, non hai parte alcuna con me’. E Simon Pietro: ‘Signore, non soltanto i piedi, ma anche le mani e il capo!’. Gesù gli disse: ‘Chi è lavato tutto, non ha bisogno che di aver lavati i piedi; è purificato tutto quanto; e voi siete purificati, ma non tutti’” (Giovanni 13:6-10).
Pietro all’inizio si oppose al gesto di Gesù ma poi quando capì che il lavare i piedi aveva a che fare con lo stare con il Maestro, con l’ottenere qualche privilegio o benedizione, allora chiese addirittura un bagno. Probabilmente Pietro alludeva all’immersione totale nell’acqua chiamata “battesimo”. Avrebbe accettato anche di essere battezzato di nuovo se questo fosse stato necessario per mostrare il suo amore per Cristo. Il dialogo si concluse con l’affermazione di Gesù: per chi è già stato immerso nell’acqua, basterà lavare i piedi.
Finito questo servizio, Gesù si mise a tavola e chiese ai discepoli: “Capite quello che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore; e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, che sono il Signore e il Maestro, vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Infatti, vi ho dato un esempio, affinché anche voi facciate come vi ho fatto io. In verità, in verità vi dico che il servo non è maggiore del suo signore, né il messaggero è maggiore di colui che lo ha mandato. Se sapete queste cose, siete beati se le fate” (vv. 12-17).
Quindi è chiaro che il Maestro valorizzò questo gesto tipico dell’epoca per dargli significati nuovi e profondi:
– Purificazione. L’uso dell’acqua e l’allusione al battesimo e al fatto che non tutti erano puri a causa dei progetti di Giuda, il traditore, ci portano a credere che, togliendo la polvere dai piedi, Gesù volesse pulire simbolicamente gli apostoli dai loro peccati. Solo Gesù può perdonare! Nessun’altro!
– Uguaglianza. Dicendo che il servo non è maggiore del suo signore e invitando tutti a seguire il suo esempio, il Maestro voleva dare una lezione di uguaglianza. In un'altra occasione aveva detto: “Allora, sedutosi, chiamò i dodici e disse loro: ‘Se qualcuno vuol essere il primo, sarà l'ultimo di tutti e il servitore di tutti’” (Marco 9:35). E ancora: “Ma voi non vi fate chiamare ‘Rabbì’; perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. Non chiamate nessuno sulla terra vostro padre, perché uno solo è il Padre vostro, quello che è nei cieli” (Matteo 23:8,9).
Gesù non ha istituito né privilegi né poteri, e nessuno tra gli apostoli ha mai preteso dai credenti inchini e tanto meno bacia mani. Alla loro morte nessuno ha lasciato indicazioni perché si rivolgessero loro delle preghiere o li considerassero mediatori presso Dio. Tutto questo sarebbe stato recepito come bestemmiare contro Dio. Gesù ha insegnato che siamo tutti figli di Dio e fratelli gli uni con gli altri. Se i cristiani e se la chiesa avessero capito questo messaggio, ci saremmo risparmiati tante miserie che la storia purtroppo ci ricorda.
– Servizio. Gesù lavò i piedi come un servo e invitò tutti a seguire il suo esempio servendo i nostri simili. Se tutti fossimo impegnati a servire in famiglia, come nella società che ci circonda, il mondo sarebbe diverso. “Se sapete queste cose, siete beati se le fate” (Giovanni 13:17). Servire non è segno di inferiorità, ma di maturità. Servire rende felici e possiamo sperimentarlo ogni giorno.
– Salvezza. Il capitolo 13 del Vangelo di Giovanni inizia dicendo: “Or prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta per lui l'ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine”. Nel lavare i piedi, Gesù realizza le sue parole: “Poiché anche il Figlio dell'uomo non è venuto per essere servito, ma per servire, e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti” (Marco 10:45).
Ora capiamo finalmente le parole rivolte da Gesù a Pietro: “Se non ti lavo, non hai parte alcuna con me”. Se non accetto che Gesù mi lavi, mi perdoni, mi ami, mi salvi, se non mi abbandono nelle sue mani, se non mi lascio condurre da lui, se non smetto di voler fare, realizzare, comprare, rischio di non capire cosa significhi stare con lui, rischio di perdere l’occasione di vivere con Cristo.