“Io credo che le intenzioni di Martin Lutero non erano sbagliate. Era un riformatore”. Sono parole di Papa Francesco nel volo di ritorno da Yerevan, capitale dell’Armenia e rispondono a una domanda sul viaggio che il Papa compira’ a Lund in Svezia, per i 500 anni della Riforma. “Forse – continua il Papa – i metodi erano sbagliati. Ma la Chiesa non era un modello da imitare: c’erano corruzione, mondanità, lotte di potere. Lui ha contestato. E ha fatto un passo avanti per criticarla. Poi si e’ trovato che non era piu’ solo. Calvino e i principi tedeschi volevano lo scisma. Dobbiamo metterci nella storia di allora, non facile da capire”. “Oggi – continua il Papa – cerchiamo di riprendere la strada per ritrovarci dopo 500 anni. Pregare insieme lavorare insieme per i poveri. Ma questo non basta. Il giorno dell’unita’ piena, dice qualcuno, sara’ il giorno dopo la venuta del Figlio dell’Uomo. Intanto dobbiamo pregare, dialogare e lavorare insieme per tante cose come combattere contro lo sfruttamento delle persone. Sul piano teologico, infine, con i luterani siamo d’accordo sul tema della Giustificazione. Il documento congiunto su questo tema è uno dei piu’ chiari. I fratelli – ha quindi concluso il Papa si rispettano e si amano (da Repubblica del 25 giugno 2016).

Su queste dichgiarazioni del Papa abbiamo sentito il parere del teologo evangelico Fulvio Ferrario, decano della Facolta’ valdese di teologia di Roma

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