Il patto sporco e La bestia. Due libri raccontano la lotta di uomini di legge contro la mafia e non solo.

Hope Media italia – Lunedì 11 febbraio, nell’Aula Magna del Rettorato dell’Università di Catania è stato presentato il libro “Il patto sporco. Il processo Stato-mafia nel racconto di un suo protagonista” (ed. Chiarelettere), scritto da Nino Di Matteo, sostituto procuratore nazionale antimafia, e Saverio Lodato, giornalista e scrittore. Il libro contiene “la testimonianza del pm più minacciato d’Italia e le verità che molti volevano nascondere”.

È importante aiutare le persone a capire che contro l’ingiustizia si può lottare e vincere, gli “ingiusti” non sono i più forti. Uno dei modi per farlo è parlare di più di giustizia e di giusti in questa società in cui l’interesse mediatico cade soprattuto su storie di ingiustizie

Sul libro e sul valore della giustizia si sofferma l’intervista agli autori realizzata da Hope Media Italia a margine dell’evento catanese. Sono proprio le persone che hanno lottato per la giustizia che possono diventare figure di riferimento a cui ispirarsi.

“La mia esperienza è quella di giovane siciliano degli anni ’80 e primi ’90, cresciuto in un momento in cui nella sua città, a Palermo, venivano uccisi uno dopo l’altro tutti i simboli di un percorso di riscatto della nostra terra di Sicilia” spiega Di Matteo “Mi sono accostato al sogno di diventare magistrato nella speranza di poter contribuire a un riscatto della nostra terra attraverso la conoscenza della verità”.

Insieme agli autori, sono intervenuti Alfia Milazzo, presidente fondazione “La città invisibile”; Felice Lima, magistrato; Enzo Guarnera, avvocato; i professori Giuseppe Mulone e Anna Maria Maugeri, dell’Università di Catania. Ospite della serata il direttore di AntimafiaDuemila, Giorgio Bongiovanni. Media partner dell’evento sono stati AntimafiaDuemila e Radio Voce della Speranza di Catania.

Ascolta l’intervista a Nino Di Matteo e a Saverio Lodato.

AntimafiaDuemila porta all’attenzione del pubblico il libro La bestia (ed. Sperling & Kupfer), scritto da Carlo Palermo, già giudice istruttore presso il Tribunale di Trento (prima) e di Trapani (poi). Nel volume ripercorre diversi accadimenti che lo hanno visto protagonista anche in prima persona.  Palermo, oggi avvocato, è infatti un sopravvissuto della strage del 2 aprile 1985, nota come strage di Pizzolungo, che spazzò via le vite di Barbara Rizzo, 30 anni, e dei suoi figli, i gemellini Salvatore e Giuseppe Asta, di appena 6 anni.

A 33 anni di distanza la richiesta di verità e giustizia su quel delitto è ancora forte ed è più che mai necessario comprendere ciò che è avvenuto in merito a questa storia. Una vicenda che ha segnato profondamente Carlo Palermo il quale, anche dopo aver lasciato la magistratura nel 1990, non ha mai smesso di indagare sui rapporti tra mafia e Stato. Anche se per l’attentato sono stati condannati i boss mafiosi, appare evidente che a voler eliminare il magistrato non fosse solo Cosa nostra. Giorgio Bongiovanni, direttore di AntimafiaDuemila lo ha raggiunto per intervistarlo.

Guarda l’intervista a Carlo Palermo.

 

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