L’Associazione Umanitaria “Nuestras Hijas De Regreso A Casa” (che le nostre figlie tornino a casa) opera in difesa dei parenti delle vittime di Ciudad Juarez in Messico. Si tratta di ragazze desaparecidas – scomparse – i cui cadaveri vengono ritrovati con segni di violenze sessuali, torture e mutilazioni. Le sparizioni sono iniziate nel 1993. Ad oggi, quante ce ne sono state? E perché presumibilmente proprio a Ciudad Juarez? Sono passati 18 anni dal primo caso. Come mai, in tutto questo tempo non si sono trovati i colpevoli? Mario Calvagno e Carmen Zammataro lo hanno chiesto alla prof.ssa Marisela Ortiz Rivera, insegnante e psicologa, che ha iniziato nel 2001 la sua attività a favore dei Diritti Umani con la sua Associazione Nuestra Hijas De Regreso A Casa. In tutti questi anni sta continuando a lottare contro l’omertà di chi conosce alcuni fatti, contro la corruzione di chi dovrebbe esercitare il suo ufficio o autorità, contro interessi occulti della malavita organizzata e di chi collabora con essa. Ha il sostegno di Amnesty International e, in diverse parti del mondo, di donne e di uomini di “buona volontà”. Quanto è importante questo? E quanto conta l’appoggio delle autorità e delle istituzioni di paesi diversi dal Messico?

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