Notizie Avventiste – Sabato 20 giugno centinaia di giovani avventisti sono scesi nelle strade di Minneapolis per “A Cry for Justice and Healing”, un evento di sensibilizzazione volto a ricostruire la città e ritrovare un senso di pace. All’iniziativa, tenuta dopo l’omicidio di George Floyd (25 maggio), hanno partecipato oltre 350 ragazzi e ragazze di 16 comunità avventiste e dirigenti di tre Federazioni di chiese.

La giornata è iniziata con una riunione sui gradini della prima chiesa avventista del settimo giorno di Minneapolis, situata a otto minuti in auto dal luogo in cui è stato ucciso Floyd. Invece del tradizionale servizio di culto sabbatico, i giovani (la maggior parte dei quali avevano meno di 35 anni) sono andati in uno dei sette luoghi di mobilitazione e testimonianza realizzati a Minneapolis.

A ogni posto era stata assegnata una missione unica e a misura delle esigenze e della demografia del quartiere. Tra i rifornimenti offerti, i pranzi, le preghiere e una postazione dove presentare idee su come le chiese possono continuare ad aiutare dopo che l’attenzione dei media si sarà calmata e la brutalità della polizia non sarà più un argomento di tendenza.

I partecipanti si sono poi riuniti in un corteo pacifico verso il memoriale di George Floyd situato all’incrocio tra l’East 38th Street e la Chicago Avenue (ribattezzatoaGeorge Floyd Avenue). Mentre la folla marciava insieme, indossando le magliette di “#I Can’t Breathe”, cantando “When We All Get to Sion”, è emerso un senso di urgenza.

Tra gli oratori, Ezra Kenyanya, pastore della chiesa avventista keniota, e Abraham Henry, direttore della gioventù presso la Federazione delle chiese avventiste della Regione del Lago, hanno condiviso un appassionato messaggio in cui hanno evidenziato che cercare giustizia e difendere gli oppressi sono pratiche bibliche.

Nel suo discorso alla folla, Henry ha citato il testo biblico di Michea: “O uomo, egli ti ha fatto conoscere ciò che è bene; che altro richiede da te il Signore, se non che tu pratichi la giustizia, che tu ami la misericordia e cammini umilmente con il tuo Dio?” (6:8).

“Oggi camminiamo perché crediamo di camminare umilmente; oggi parliamo perché stiamo cercando giustizia, e oggi difendiamo coloro che non possono farlo. Ricordate questo momento come un giorno in cui abbiamo agito, abbiamo parlato e in cui cerchiamo la giustizia” ha affermato.

Dopo otto minuti e 46 secondi di silenzio per ricordare il tempo in cui Floyd è stato bloccato a terra da un poliziotto, sul posto sono stati deposti fiori, offerte silenziose e preghiere per tutte le vittime del razzismo e della brutalità della polizia.
[LF]

[Foto: Roger Wade. Fonte: Adventist Review]

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