Un noto filosofo del Novecento affermava che i limiti del proprio linguaggio indicano i limiti del proprio mondo. Introdurre un neologismo – in questo caso "misticopolitica" – significa allora scandagliare quell’arcipelago di pensieri e pratiche emergenti nella società alla ricerca di un ampiamento di orizzonte, oltre i consueti confini, oltre le forme di rappresentazione e di mediazione tradizionali presenti sia nel mondo religioso che in quello politico. Un libro quanto mai necessario, in cui si intrecciano saperi provenienti da diversi campi delle scienze umane. In altre parole: l’interfaccia tra mistica e politica, ciò di cui si parla in questo breve saggio, solleva questioni cruciali riguardanti il bisogno attuale di un profondo ripensamento sia della spiritualità che della politica.

Poco prima della presentazione nella Facoltà avventista di teologia (a cura del CECSUR) del saggio del filosofo Federico Battistutta Misticopolitica. Orizzonti della spiritualità post-religiosa (Effigi, 2022), Roberto Vacca ha intervistato l’autore.

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