Maol – Si è tenuta a giugno la cerimonia di posa della prima pietra del progetto Gateway, su un terreno di 23,5 ettari a Ulan Bator, capitale della Mongolia. I leader della Regione Asia-Pacifico del nord (Nsd) e della Missione mongola hanno partecipato all’evento insieme a circa 80 membri della chiesa locale e ad altri invitati.

La Mongolia è un nuovo campo di missione rispetto ad altre aree dei territori della Nsd. La chiesa è cresciuta da quando furono celebrati i primi battesimi di cittadini mongoli nel 1992. Alcuni di loro ora sono dirigenti della denominazione nel Paese. Nel 2019, la Chiesa ha raggiunto 3.000 membri. La Missione mongola gestisce diverse istituzioni avventiste, tra cui un centro di formazione per i giovani, una clinica odontoiatrica, un dormitorio per studenti universitari e una stazione radio appena inaugurata.

Il progetto Gateway riguarda la costruzione di varie strutture soprattutto per l’educazione e lo stile di vita

«Il nostro primo passo è quello di costruire un’accademia internazionale» ha affermato Yoh Han Kim, presidente della Missione mongola «La Missione non aspetterà fino a quando si avranno fondi sufficienti per dare il via alla costruzione. Stiamo intraprendendo questo progetto per fede». Oltre all’accademia internazionale, nell’area designata saranno realizzati una scuola professionale, un centro benessere, un centro agricolo e un resort che genera reddito.

Anche il progetto di costruzione di chiese nella stessa area è un atto di fede. Il luogo scelto è a soli 15 minuti di automobile dal nuovo aeroporto internazionale di Ulan Bator, e la città si sta espandendo proprio da quella parte. La popolazione mongola è di 3 milioni e più della metà vive nella capitale. Avere un centro di speranza in una posizione strategica della città avrà un impatto sostanziale sulla missione, secondo i dirigenti della Missione.

Joanne Kim, responsabile del progetto Gateway, era una delle missionarie pioniere che arrivò in Mongolia nel 1992, quando non c’erano avventisti nel Paese. A 25 anni di distanza, è ritornata con la sua famiglia e ora dirige il Dipartimento Educazione presso la Missione.

«Abbiamo una lunga strada da percorrere» ha affermato «ma siamo fiduciosi perché se il Signore ci ha portato così lontano, continuerà a essere con noi in futuro».

 

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