Fra “consigli natalizi” della Commissione Europea e disposizioni sempre più dettagliate dei DPCM, ci prepariamo ad affrontare il primo Natale pandemico della nostra era. Anche in questo periodo di crisi non solo economica e sociale c’è la corsa all’ultimo acquisto. Il consumismo è riuscito a soffocare i veri bisogni interiori e gli aneliti di molti. Anche le relazioni parentali natalizie spesso sono improntate alla superficialità e all’ipocrisia. Ma abbiamo l’occasione per fare riemergere il significato della nascita di Gesù come uomo, insieme ai veri sentimenti e alla semplicità.

“(…) Quella notte, nei campi fuori dal villaggio c'erano alcuni pastori che sorvegliavano le loro greggi. Improvvisamente un angelo apparve in mezzo a loro, e la gloria del Signore li avvolse di luce. I pastori erano molto spaventati, ma l'angelo li rassicurò. «Non temete!» disse. «Io vi porto la più bella notizia che sia stata mai annunciata; questa notizia darà grande gioia a tutti! Il Salvatore, proprio il Messia, il Signore, è nato stanotte a Betlemme! Come potete riconoscerlo? Troverete un bambino avvolto in una coperta, che giace in una mangiatoia»” (Vangelo secondo Luca 2:1-12).

Intervista di Mario Calvagno al pastore avventista Daniele Benini.

 

 

 

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