Giovanni Negro – Il 24 marzo si è addormentato nel Signore il nostro caro fratello nella fede Alvaro Lautizi. Nato a Roma il 26 agosto del 1934, aveva conosciuto l’Evangelo, insieme con la sua amata Elena, nel 1974 grazie alla testimonianza di un collega dell’Alitalia. Battezzato poco dopo insieme con la moglie, ha cominciato a servire attivamente la chiesa avventista come anziano, prima nella comunità di Ostia e poi in quella di Bracciano. Per anni è stato membro della commissione di lettura della casa editrice Adv e membro laico per un quinquennio del Comitato esecutivo dell’Unione avventista italiana.Amava scrivere. Una parte delle sue poesie sono state raccolte nel 2003 in un libro dal titolo Acque Sorgive. Nel 2007 ha partecipato al concorso nazionale di poesia “Maranatà” a Gravina di Puglia, aggiudicandosi il secondo premio; “La chiamata” è il titolo del suo componimento vincente.

Momenti di grande emozione e commozione abbiamo vissuto al suo funerale nell’ascoltare le testimonianze di giovani, parenti e fratelli nella fede ai quali Alvaro ha testimoniato nella loro vita una ricchezza di valori che non potranno dimenticare.

Ho avuto il privilegio di conoscerlo personalmente come fratello, amico e consigliere. Sono stato fortificato nella fede dalle sue qualità morali, dal suo esempio di coerenza tra i principi predicati e quelli praticati.

Alvaro ha dedicato la vita pienamente alla famiglia e alla chiesa locale e nazionale. Ultimamente, anche se non più attivo nella chiesa, mi bastava la sola sua presenza per suscitare nel mio cuore la nostalgia di Dio. Grande è il senso di vuoto e di smarrimento che ha lasciato in me e nella nostra comunità.

D. Livingstone, quando seppe la notizia della morte di un suo vecchio professore di teologia, disse: “Quando uomini siffatti ci vengono tolti, ci sentiamo anche noi più vicini alla tomba, sembra che fra noi e la tomba non ci sia più nulla”. Ci consolano le parole che troviamo nella Bibbia: “Agli occhi del Signore è preziosa la morte dei suoi fedeli” (Sl 116:15).

Seppure la chiesa abbia perduto un suo ambasciatore di verità e di giustizia, il suo esempio rimarrà sempre nei nostri cuori. “Come al tramonto il sole infuocato illumina ancora le cime delle montagne, così le opere dei puri, dei santi e dei buoni gettano luce sul mondo, molto tempo dopo che essi se ne sono andati. Le loro parole, le loro opere, il loro esempio, rimangono vivi per sempre” – E. G. White, Patriarchi e profeti, p.406. “Benché morto, egli parla ancora” (Eb 11:4). “Sì, dice lo Spirito, essi si riposano dalle loro fatiche perché le loro opere li seguono” (Ap 14:13), in attesa della risurrezione dei giusti quando tutti potremo riabbracciarlo ancora.

[Foto pervenuta dalla comunità in oggetto]

Condividi

Articoli recenti