Clifford Goldstein*- L’altro giorno ascoltavo alla radio un predicatore che descriveva gli eventi degli ultimi giorni. Da un giorno all’altro, ha avvertito, i cristiani fedeli saranno rapiti, cioè immediatamente trasportati in cielo e al loro posto resterà solo un mucchio di vestiti. Scompariranno lasciandosi alle spalle tutti gli altri, i non salvati. Questi ultimi, senza la presenza dei cristiani fedeli portati via in modo soprannaturale, avranno un’altra possibilità di accettare Gesù, ma dovranno affrettarsi perché l’anticristo, forse un ebreo siriano, susciterà un periodo di sette anni di tribolazione prima dell’inizio dei mille anni di pace in terra.

A un certo punto ho pensato: sono grato di essere avventista, perché pur avendo ancora domande senza risposta sulla comprensione degli ultimi eventi, non è previsto il rapimento dei santi, lasciando al loro posto un mucchio vestiti.

Sono contento di essere avventista perché l’idea che Dio farà in modo che gli empi, secondo alcune interpretazioni, brucino all’inferno per l’eternità, la trovo assurda. Resto frastornato dinanzi agli scritti di teologi brillanti che giustificano l’idea che i non salvati meritino di soffrire per l’eternità le torture dell’inferno; anzi, che un simile destino sia stato concepito da un Dio misericordioso. Quanto sono grato di essere avventista per la nostra comprensione del destino dei malvagi!

Per conseguenza, sono contento di essere avventista perché ciò che crediamo sulla morte ci mette al riparo da ogni tipo d‘inganno sullo stato dei defunti. Forse alcuni hanno letto di esperienze di premorte, in cui le persone dichiarate clinicamente morte tornano in vita e raccontano storie fantastiche come quelle di galleggiare in un regno nebbioso e di incontrare amici e parenti defunti. La cosa triste è che molti pensano che questi racconti siano una «prova» che i morti vivano nell’aldilà. Una grande mistificazione in cui, come avventisti, non possiamo cadere.

Inoltre, a mano a mano che invecchio, sono grato per ciò che l’avventismo mi ha insegnato sulla salute. La scienza medica afferma che per prevenire molte malattie accorra una sana alimentazione. Quasi sempre la scienza medica sottolinea il tipo di alimentazione che gli avventista consigliano da oltre 150 anni: evitare cibi grassi, zuccheri, carni rosse, mangiare più frutta, cereali, noci e verdure. Non fumare e non bere, e poi riposo ed esercizio fisico. Quando leggo queste raccomandazioni mediche mi sembra di leggere brani tratti dal libro «Consigli sugli alimenti» di Ellen G. White. E, credetemi, a 57 anni, sono felice di avere avuto una simile  guida per la mia salute.

Per queste ragioni, e altre ancora, sono contento di essere avventista del settimo giorno. Certo, gli avventisti non sono perfetti come non lo è la Chiesa. Non sta a noi giudicare chi crede in modo diverso. Non è questo il punto. Ciò che voglio dire è che sono grato per le cose che Dio ci ha rivelato, al punto che desidero condividerle con altri.

*Direttore della Guida allo studio della Bibbia (lezionario della SdS)

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