Quante volte ci capita di non riuscire a realizzare i nostri buoni propositi, pur volendolo fermamente? Qual è la ragione di questa tendenza? Alcuni consigli per vivere pienamente e in pace con le migliori intenzioni che ci animano.

Bruce Manners – Perché le nostre ambizioni di auto-miglioramento raramente si realizzano come vorremmo? Nell’estate del 1830, Victor Hugo si trovava in una situazione difficile con la sua attività di scrittore. Dodici mesi prima aveva promesso un nuovo libro al suo editore. Invece di scrivere, quell’anno Hugo si dedicò ad altri progetti, come intrattenere gli ospiti e rimandare il suo lavoro.

Frustrato, l’editore di Hugo rispose fissando una scadenza a meno di sei mesi di distanza. Il libro doveva essere terminato entro febbraio del 1831. Costretto ad agire, Hugo raccolse tutti i suoi vestiti e chiese a un assistente di chiuderli in una grande cassa. Non aveva nulla da indossare, tranne un grande scialle, il che significava che non poteva nemmeno uscire di casa. Rimase nel suo studio dove scrisse per tutto l’autunno e l’inverno del 1830. Il suo libro, Il gobbo di Notre Dame, fu pubblicato con due settimane di anticipo, il 14 gennaio 1831.[1]

Hugo raggiunse l’obiettivo che si era prefissato dopo un periodo di procrastinazione, ma adottando misure estreme. Tutti noi, o almeno la maggior parte di noi, abbiamo quello che sembra un desiderio innato di rimandare, di fare qualcosa di più piacevole e non un compito che ci siamo dati.

James Clear, autore di Abitudini atomiche, pone una domanda ovvia: “Perché Victor Hugo si impegna a scrivere un libro e poi lo rimanda per più di un anno?”. E si chiede ancora: “Perché facciamo piani, fissiamo scadenze e ci proponiamo di raggiungere degli obiettivi, ma poi non riusciamo a portarli a termine?”.

Clear risponde alla domanda osservando che quando facciamo progetti come perdere peso, scrivere un libro o imparare una lingua, si tratta di programmi per il nostro io futuro: “Si immagina come si desidera la propria vita in futuro e quindi per la nostra mente è facile comprendere il valore di intraprendere azioni con benefici a lungo termine”.

Non è così quando arriva il momento di prendere una decisione. Non state scegliendo qualcosa che riguarda il vostro “io” futuro, “siete in quel dato momento e il vostro cervello pensa all’io presente, al sé presente. I ricercatori hanno scoperto che all’io presente piace molto la gratificazione istantanea, non il guadagno a lungo termine. Questo è uno dei motivi per cui potreste andare a letto sentendovi motivati ad apportare un cambiamento nella vostra vita, ma quando vi svegliate vi ritrovate a ricadere nei vecchi schemi. Il vostro cervello valuta i benefici a lungo termine quando sono nel futuro e la gratificazione immediata quando si tratta del momento presente”.

Uscire dalla palude 
Ayelet Fishbach e la sua equipe hanno condotto ricerche sulla motivazione per oltre 20 anni. Fishbach riconosce quanto segue: “Cercare di sostenere la propria motivazione in un compito, in un progetto o persino in una carriera, a volte può apparire come tirarsi fuori da una palude per i propri stessi capelli [per citare il Barone di Munchausen]. Ci sembra che abbiamo una naturale avversione allo sforzo persistente che nemmeno la caffeina o immagini ispiratrici possono risolvere”.
Allo stesso tempo, “un’efficace auto-motivazione è uno degli aspetti principali in grado di distinguere i professionisti di alto livello da tutti gli altri”.

Quindi, come possiamo realizzare ciò che desideriamo quando troviamo così difficile seguire ciò che vogliamo fare? Fishbach propone quattro “serie di tattiche” per venirci in aiuto.

1. Progettare mete, non compiti 
Fare del proprio meglio è un concetto astratto se si tratta di stabilire delle mete, e gli studi hanno dimostrato che quando i venditori hanno dei target, chiudono più affari. Camminare 10mila passi al giorno è un obiettivo specifico e misurabile, che molti ritengono raggiungibile.

“Abbiamo scoperto che le persone che all’inizio di gennaio hanno scelto dei propositi più piacevoli da perseguire, come seguire un corso di yoga o trascorrere un sabato liberi dal telefono, hanno riscontrato maggiori probabilità di portarli a termine a marzo, rispetto a coloro che avevano scelto mete più importanti ma meno gradevoli”.

2. Ricercare ricompense efficaci 
Le ricompense possono stare in un range che va da una vacanza per aver completato un progetto, a un regalo per aver perso peso. Non scegliete incentivi che compromettano la meta desiderata, aggiunge Fishbach. “Se il premio di chi vuole dimagrire consiste nel mangiare pizza e dolci, è probabile che annulli parte del suo duro lavoro e ristabilisca le cattive abitudini”.

L’autrice avverte che la ricerca ha dimostrato un dato: “Il raggiungimento di una meta a volte autorizza le persone a cedere alle tentazioni e a tornare indietro”. Ciò che stiamo cercando di raggiungere deve essere preso sul serio.

3. Sostenere i progressi 
Spesso, quando un individuo lavora per raggiungere un obiettivo, all’inizio emerge una forte motivazione seguita da un crollo. “Fortunatamente, la ricerca ha scoperto diversi modi per combattere questo schema. Il primo è quello della ‘metà corsa’”. Come, ad esempio, fissare gli obiettivi di vendita settimanalmente piuttosto che ogni tre mesi, in modo da avere meno tempo di “soccombere a quel crollo fastidioso”.

Un’altra strategia consiste nel ricordare a se stessi i progressi già compiuti. Ci si può concentrare anche su quello che si è fatto fino a metà del compito, per poi focalizzarsi su quanto resta da fare: “Le mie ricerche hanno dimostrato che questo cambio di prospettiva può aumentare la motivazione”.

4. Valorizzare l’impatto degli altri 
“Ascoltare quello che i vostri modelli di riferimento raccontano sui loro obiettivi può aiutarvi a trovare l’ispirazione e ad alzare il tiro”. La ricerca ha scoperto che offrire i propri saggi consigli agli altri aiuta a definire un piano concreto da seguire, che può contribuire alla riuscita. Le persone possono anche essere motivate in vari modi dal prossimo: “Una donna può trovare appagante la fatica del lavoro se sente che sta offrendo un esempio a sua figlia; per un uomo può essere più facile attenersi alla sua routine di ginnastica se questo lo aiuta a sentirsi più dinamico quando è insieme ai suoi amici”.

Fishbach termina con questo consiglio: “L’auto-motivazione è una delle abilità più ardue da apprendere, ma è fondamentale per il tuo successo”.

L’esercizio fisico che dovremmo praticare 
Da tempo sappiamo che l’esercizio fisico fa bene. Ippocrate (460-370 a.C.) scrisse dei pericoli dovuti a una scarsa attività fisica … e al troppo cibo. Tuttavia, Harvard Health osserva che “i benefici dell’attività fisica sono innumerevoli, [ma] lo sono anche i motivi per evitarla”.

Vi è sempre qualcos’altro da fare, ma siamo consapevoli che l’esercizio fisico dovrebbe avere una priorità nella nostra vita. Eppure, c’è quel libro da leggere, quella serie televisiva, quel compito da recuperare. Tutte queste attività sono più semplici se confrontate al sudore e alla fatica dell’allenarsi, o al dover trovare il tempo per completare i 10mila passi. Nel suo libro Vivi più attivo, Darren Morton adotta un “approccio basato su tre convinzioni” per aiutare a motivarsi e a mettere in pratica il desiderio di fare esercizio.

1. Ho bisogno di essere attivo 
“Non sarete motivati a rendere più attiva la vostra vita se non credete che sia imperativo farlo… Dovete credere di averne bisogno!” e agire di conseguenza.

2. Posso essere attivo 
“Se non credete che il cambiamento sia possibile e che siate in grado di realizzarlo, è chiaro che non sarete inclini a impegnarvi per ottenerlo… È vero il detto: ‘Se pensi di poterlo fare o di non poterlo fare, hai ragione'”.

3. Merito di essere attivo e di goderne i benefici 
“Fonti attendibili (per loro) e sfortunate esperienze di vita hanno insegnato a molte persone che non meritano le cose belle della vita. In loro, purtroppo, si forma la convinzione di non essere preziosi e importanti. Io credo (e so) che ogni individuo abbia un valore enorme e incredibile, e merita una vita di salute e completezza”. Questo discorso include anche voi.

I risultati valgono l’impegno.

James Clear sostiene che la mente apprezza e desidera una gratificazione immediata. La sfida è guardare più in là, perseguendo i benefici nel lungo raggio. La ricerca ha scoperto che la “capacità di ritardare la gratificazione” predice fortemente la riuscita nella vita. Clear aggiunge: “Capire come resistere all’attrazione della gratificazione istantanea, almeno occasionalmente se non costantemente, può aiutarvi a colmare il divario tra dove siete e dove volete essere”. E ci aiuterà a portare avanti i nostri piani.

(Bruce Manners è autore, pastore emerito ed ex redattore di Signs of the Times con sede a Lilydale, Victoria. Una versione di questo articolo è apparsa per la prima volta sul sito web di Signs of the Times Australia/Nuova Zelanda ed è ripubblicata dietro autorizzazione).

Nota 
[1] James Clear, “L’effetto Akrasia: Perché non portiamo a termine ciò che ci siamo prefissati e cosa fare al riguardo”, https://jamesclear.com/akrasia.

[Fonte: st.network. Traduzione: V. Addazio]

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