Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha concluso il suo mandato presidenziale. Gli apprezzamenti, pressoché unanimi, ricevuti, riflettono senza ombra di dubbio le qualità umane e politiche di cui egli ha dato prova in questi lunghi sette anni (…) Congediamo dunque un presidente che ha incarnato con grande equilibrio, con piglio deciso quando occorreva, ma mai scomposto, i valori della Repubblica e consegna al successore intatte le prerogative funzionali. Obiettivo prezioso per qualunque presidente. Tutto bene dunque? Quasi tutto! C’è un punto, piccolo, molto piccolo per carità, che vorremmo sollevare alla sua garbata attenzione e che ha trovato conferma anche nel recente messaggio di augurio: il presidente Mattarella non ha mai ritenuto nei suoi messaggi augurali di fine anno di dover ricordare – non dico ringraziare – coloro che professano una fede religiosa diversa, e che in nome di quella fede agiscono come operatori di pace e di convivenza laboriosa.

Inizia così l'articolo che prende spunto dal messaggio di fine anno del Presidente Mattarella, articolo scritto per le news di Hopemedia.it dal pastore avventista Davide Romano, responsabile del dipartimento Affari pubblici e libertà religiosa dell'Unione italiana delle Chiese avventiste e direttore responsabile della rivista "Coscienza e Libertà". In questa intervista a cura di Roberto Vacca, trasmessa nel corso della diretta RVS del 7 gennaio 2021, il pastore Davide Romano ripropone quella che lui stesso definisce "una piccola nota, piena di riguardo" ma che ben rappresenta la spia di un problema culturale importante nel nostro Paese

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